Simbolo di eleganza e professionalità, il tailleur femminile ha una storia affascinante che riflette le trasformazioni sociali e culturali del XX secolo.
Un’icona di stile, oggi onnipresente nei guardaroba femminili e maschili ma che non è sempre stata parte integrante della moda donna. La nascita e affermazione del tailleur sono il risultato di un percorso lungo e rivoluzionario che merita di essere raccontato.
La nascita del tailleur: dai salotti agli uffici
Il tailleur, termine che deriva dal francese “tailleur” (sarto), nasce come risposta alle esigenze delle donne che iniziavano a ricoprire ruoli pubblici e professionali. La sua origine risale alla fine del XIX secolo, un periodo in cui le donne iniziavano a sfidare le convenzioni sociali che le volevano relegate in casa. Fu lo stilista britannico John Redfern a creare, intorno al 1885, uno dei primi esempi di tailleur per la Principessa del Galles, un abito destinato alle attività diurne, più comodo rispetto agli abiti ingombranti dell’epoca.
Ma il vero successo del tailleur giunse con Coco Chanel negli anni ’20 del Novecento. Chanel, rivoluzionaria per il suo tempo, propose una versione più moderna e funzionale, realizzata in tweed, un tessuto innovativo per l’abbigliamento femminile, morbido e confortevole. Il tailleur Chanel divenne subito un simbolo di emancipazione, rispecchiando l’immagine di una donna indipendente e attiva.
Il tailleur dagli anni ’60 a oggi: l’era del potere femminile
Negli anni ’60, grazie alla rivoluzione sociale e al movimento femminista, il tailleur divenne ancora più popolare. Yves Saint Laurent lanciò il suo celebre “Le Smoking” nel 1966, un tailleur pantalone ispirato allo smoking maschile, che rivoluzionò il concetto di abbigliamento femminile formale. Questo capo rappresentava una sfida alle norme di genere, permettendo alle donne di indossare un abito tipicamente maschile, ma con una femminilità indiscussa.
Con il passare del tempo, il tailleur si è evoluto, adattandosi ai cambiamenti della moda e della società. Negli anni ’80, il “power suit” con spalline imbottite divenne l’emblema della donna in carriera, forte e determinata, pronta a conquistare il mondo del lavoro, spesso dominato dagli uomini.

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Oggi, il tailleur è un capo versatile, adatto a tutte le occasioni. Può essere indossato in ufficio, a un evento formale o persino abbinato in modo casual per un look moderno e chic. Le versioni contemporanee spaziano dal classico al rivisitato, con tagli asimmetrici, tessuti innovativi e colori audaci.
Consiglio di stile: come scegliere il tailleur perfetto
Questo abito è un investimento che può durare nel tempo, quindi è fondamentale sceglierlo con cura. Ecco alcuni consigli pratici per trovare il tailleur perfetto:
- Vestibilità: assicurati che il tailleur segua la tua silhouette in modo naturale. Evita modelli troppo stretti o troppo larghi; il taglio deve esaltare la figura senza sacrificare il comfort.
- Tessuto: opta per tessuti di alta qualità come la lana o il cotone per l’inverno, e lino o seta per l’estate. Questi materiali garantiscono durabilità e un aspetto elegante.
- Colore: il nero è sempre una scelta sicura, ma non avere paura di sperimentare con tonalità come il blu navy, il grigio o persino colori pastello per un tocco di originalità.
- Dettagli: fai attenzione ai dettagli come bottoni, tasche e rifiniture. Questi piccoli elementi possono fare la differenza tra un tailleur ordinario e uno di grande impatto.
Anche il tailleur, quindi, può essere personalizzato per riflettere la propria personalità e i propri obiettivi. Sceglilo con attenzione e lascialo diventare il tuo alleato di stile, capace di comunicare senza parole la tua forza, eleganza e professionalità.
Photo cover: Corelens / Emma Rahmani