Siamo sempre stati incuriositi dai “ricchi” nelle riviste, nei film, sui social media e in TV. Ma perché negli ultimi anni l’interesse è aumentato, anche a Hollywood? Ne parliamo in questo articolo.
Dopo aver trionfato ai Golden Globe, a gennaio 2024 la serie Succession si è aggiudicata ben sei premi agli Emmy, detti anche «gli Oscar della tv». La produzione di HBO ha fatto incetta di riconoscimenti, conquistando le categorie: Miglior Serie Drammatica, Miglior Attore Protagonista in una Serie Drammatica (Kieran Culkin), Miglior Attrice Protagonista in una Serie Drammatica (Sarah Snook), Miglior Attore Non Protagonista in una Serie Drammatica (Matthew Macfadyen), Miglior Regia per una Serie Drammatica e Miglior Sceneggiatura per una Serie Drammatica.
La trama della serie si sviluppa attraverso quattro stagioni, suddivise in 39 episodi, narrando l’epopea della famiglia Roy che gestisce la Waystar, un colosso globale nel campo dei media e dell’intrattenimento. A parte i riconoscimenti degli addetti ai lavori, comunque, questa storia famigliare ha avuto un successo di pubblico globale, simile a quello avuto ai suoi tempi da Dallas. Ma come mai le serie sulla ricchezza e sulla finanza piacciono così tanto?
Il cambiamento nella rappresentazione del potere sui media
Innanzitutto, secondo Caroline Framke, critica TV intervistata dal magazine statunitense Marketplace, questi personaggi sono spesso monodimensionali, ignari del loro privilegio e con una morale discutibile. Un esempio? Il personaggio di Jennifer Coolidge in The White Lotus (un’altra serie contemporanea che ha avuto un grandissimo successo), una donna nata nella ricchezza che cerca di trovare la felicità con conseguenze disastrose. «Quando si guardano programmi televisivi e film sulla ricchezza, le modalità possono variare da un’evasione vicaria a una fascinazione morbosa. Credo che in questo momento ci troviamo più nella seconda opzione», ha detto Framke.

Photo: Instagram / Succession
Secondo l’esperta, infatti, siamo sempre stati attratti dai ricchi nelle riviste, nei film, sui social media e in TV. Ma ultimamente sembra che le rappresentazioni hollywoodiane delle persone facoltose – e forse l’atteggiamento della società nei loro confronti – siano cambiate. «Il momento non è casuale. Pensate agli eventi economici estremi che abbiamo vissuto. C’è stata la pandemia, quando i lavoratori essenziali hanno tenuto in piedi il Paese mentre l’1% più ricco accumulava un’enorme quantità di ricchezza. E prima ancora c’è stata la Grande Recessione, da cui è derivato proprio il termine ‘1%’», ha spiegato Framke, alludendo al fatto che guardare le serie di questo tipo può diventare una sorta di evasione dalla realtà.
Questo è il tipo di ricchezza che è oggetto di film e di programmi televisivi popolari. «È la ricchezza dinastica, cioè ereditata dalle generazioni successive che non competono sul mercato come il resto di noi», ha confermato nella stessa intervista Brooke Harrington, sociologa economica di Dartmouth. In queste serie, la costante è sempre stata che per quanto le famiglie protagoniste potessero soffrire, emotivamente o nell’organigramma aziendale, non hanno mai affrontato vere conseguenze materiali. E chi non vorrebbe un destino così?
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