Alessandro Saldutti, country manager italiano della piattaforma Scalable Capital, afferma che senza cultura finanziaria non possono esserci investimenti informati. È proprio da questa idea che è nato il progetto di educazione dell’azienda.
Scalable Capital è una piattaforma di investimento nata alcuni anni fa in Germania con l’obiettivo di rendere gli investimenti facili e accessibili a tutti. Per questo la società ha deciso di investire sull’educazione finanziaria, dedicandole una parte importante del proprio sito web e diversi progetti sul territorio. Ne abbiamo parlato con Alessandro Saldutti, Country Manager Scalable Capital per l’Italia.
Di cosa si occupa nello specifico Scalable Capital?
Scalable Capital è nata in Germania nel 2014 dall’idea di tre ex dipendenti di Goldman Sachs, con l’obiettivo di rendere gli investimenti più “raggiungibili”. I mercati finanziari sono infatti da sempre un importante strumento per la creazione di valore, ma a causa di diverse barriere, storicamente solo pochi ne hanno beneficiato. Con Scalable ho visto la concreta possibilità di abbattere questi ostacoli e siamo convinti di poter contribuire a rendere il mondo della finanza accessibile per tutte le tipologie di potenziali investitori, a partire da piccole somme, scegliendo tra azioni, ETF (Exchange Traded Fund), fondi, crypto o creare piani di accumulo e guadagnare interessi sul denaro non investito. A oggi contiamo oltre 1 milione di clienti che hanno risparmi e investimenti per oltre 20 miliardi di euro e appartengono a tutte le generazioni.
Che importanza riveste per voi l’educazione finanziaria?
La riteniamo una leva fondamentale per incoraggiare le persone ad investire, qualunque sia la loro età. Senza cultura finanziaria non ci può essere un investimento informato. Nel nostro Paese c’è una minore cultura finanziaria rispetto all’Europa o agli Stati Uniti e questo genera resistenza a investire nei mercati finanziari e a una maggiore attenzione agli investimenti tradizionali. Con Scalable stiamo contribuendo ad aprire la strada agli ETF in Italia, strumenti trasparenti, a basso costo e a minor rischio nel lungo periodo che fino a qualche anno fa erano non erano realmente accessibili attraverso la rete di distribuzione tradizionale e che finora sono usati solo da una frazione degli investitori. Da qui, la scelta di puntare molto su collaborazioni con marchi di settore noti ma anche con content creator capaci di raggiungere un pubblico giovane in modo serio e professionale (non come alcuni che si autoproclamano guru della finanza): la collaborazione con Starting Finance e quella con Alessandro Cascavilla, PhD in Economia e divulgatore sui social, per esempio.
Da dove è nata l’idea di sviluppare un glossario finanziario sul vostro sito web?
Portando maggiore educazione finanziaria e grazie alla collaborazione con content creator per iniziative mirate, apriamo a chiunque la possibilità di prendere in mano le proprie finanze. Ma senza informazione non c’è investimento e partire dalle basi è fondamentale. Sono concetti che anche un investitore retail deve sapere e può assimilare con facilità. Per trarre vantaggio dai mercati finanziari è necessario prendere decisioni informate e conoscere i concetti importanti di rischio e rendimento, ad esempio. Da qui l’idea di riassumere in poche parole il linguaggio della finanza, dimostrando che alla fine è meno complesso di quanto venga fatto pensare.
Avete altri progetti di educazione finanziaria rivolti ai vostri clienti o, in genere, alla cittadinanza?
Sia nel 2023 a Milano, che quest’anno a Roma, abbiamo partecipato allo Starting Finance Investment Meeting, la più grande fiera dedicata all’educazione finanziaria per gli under 35 in Italia organizzata da Starting Finance. Hanno partecipato più di 1.500 ragazzi e oltre 40 speaker, tra cui diverse autorità del panorama italiano come Adolfo Urso, Ministero delle Imprese e del Made in Italy o il direttore del PESES Carlo Cottarelli, hanno portato sul palco esperienze, consigli, lezioni, spiegando proprio come l’educazione finanziaria sia fondamentale per navigare in un’epoca di cambiamenti. Non solo per la gestione del denaro ma per acquisire abilità essenziali per famiglie, imprese e per l’intero sistema economico.
Partecipando a queste iniziative e raccontando la mia esperienza in Goldman Sachs e gli insegnamenti che ho appreso, vogliamo dare anche noi il nostro contributo per un sistema Paese più attento e stabile, di fatto, nel lungo periodo. I contenuti che realizziamo sono pensati per essere educativi su tutti i nostri canali (articoli di blog, social media, PR) e ci battiamo da sempre per una maggiore educazione finanziaria. Per questo vorremmo portare l’educazione finanziaria anche nelle scuole superiori. Io credo che non ci possa essere una efficace tutela del risparmio senza una cultura finanziaria diffusa che insegni alle persone come proteggere e valorizzare i propri risparmi.
Quale formazione seguono i vostri collaboratori?
La formazione da cui provengono i nostri collaboratori varia notevolmente a seconda delle funzioni. Ad esempio, io ho una formazione finanziaria “classica”, ma molti dei nostri dipendenti sono ingegneri informatici, provengono dal marketing o dalla statistica. Per questo è importante che ci sia una formazione continua che renda ognuno competente nel mondo degli investimenti, oltre che nella propria specifica area di lavoro. Chi inizia a lavorare con noi ha un percorso che include sessioni di orientamento e corsi tecnici specifici sulle nostre tecnologie. Inoltre, abbiamo aggiornamenti regolari su novità del settore, workshop con esperti e accesso a piattaforme di e-learning. Infine, incentiviamo l’ottenimento di certificazioni professionali e diamo ad ognuno un bonus educazione di 1000 euro l’anno da usare per migliorare la propria formazione e lasciamo molta flessibilità su come ciò avvenga. Questo approccio garantisce che i nostri collaboratori rimangano aggiornati e competitivi in un settore in continua evoluzione.
Perché è importante diversificare i propri investimenti?
Alcuni investimenti funzionano meglio in certi periodi, mentre alcuni funzionano meglio in altri. Per esempio, le azioni tendono a generare ottimi rendimenti quando l’economia è florida e le aziende fanno profitti, ma possono perdere valore rapidamente in un periodo in cui l’economia può peggiorare a causa di bassa crescita, guerre, crisi o altro. Al contrario, le obbligazioni tendono a offrire rendimenti più stabili e a mantenere il loro valore anche quando l’economia attraversa periodi difficili. Distribuendo i soldi tra vari tipi di investimenti, possiamo creare un portafoglio che possa resistere meglio ai periodi difficili e approfittare dei periodi buoni. Molti italiani investono i loro soldi principalmente in immobili o li tengono fermi in banca. Sebbene questi possano sembrare investimenti sicuri, potrebbero non far crescere molto i risparmi o addirittura farli diminuire. In particolare, gli investimenti immobiliari tendono ad essere poco liquidi, richiedono costante attenzione e comportano una serie di costi che spesso non vengono considerati. Invece i risparmi tenuti nei conti correnti sembrano sicuri, ma perdono sistematicamente valore a causa degli interessi praticamente nulli e dell’inflazione. La soluzione? Diversificare. Diversificando i nostri investimenti, possiamo proteggere meglio i nostri risparmi dai rischi e farli crescere nel tempo.
Un concetto del mondo finanziario come lo spiegherebbe ad un bambino?
Immagina di avere un cesto pieno di uova e di doverle portare da una parte all’altra della stanza. Se metti tutte le uova in un solo cesto e urti qualcosa, rischi di rompere tutte le uova. Ma se distribuisci le uova in diversi cesti, anche se ne cade uno, le altre uova saranno ancora al sicuro. Questo è un po’ come funziona l’asset allocation. Che cos’è l’asset allocation? L’asset allocation è semplicemente il modo in cui distribuiamo i nostri soldi tra diversi tipi di investimenti. Invece di mettere tutti i nostri soldi in un solo tipo di investimento, li dividiamo in diversi “cesti” per ridurre il rischio di perderli tutti se le cose vanno male. Una delle prime lezioni che ho imparato lavorando per Goldman Sachs è che ognuno di noi ha un’allocazione del proprio patrimonio, che ne sia cosciente o meno. Anche se decido di tenere il 100% dei miei risparmi nel conto corrente, sto prendendo – consciamente o inconsciamente – una decisione di asset allocation.