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Sara Doris (Mediolanum): «Siamo a disposizione del cliente per meritarsi la sua fiducia»

di Annarita Cacciamani
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La Vicepresidente di Banca Mediolanum racconta in un libro suo padre Ennio Doris: «Per primo ha capito che la banca deve avere un volto umano e prendersi cura delle reali esigenze delle persone»

“Fiducia”. È la parola chiave che sta dietro Banca Mediolanum e che per il suo fondatore Ennio Doris è alla base dell’attività del consulente finanziario. «Il cliente mette nelle nostre mani la sua vita e noi dobbiamo fare in modo che raggiunga i suoi obiettivi. Noi dobbiamo essere d’esempio mettendo in pratica i valori di cui parliamo e meritarci la fiducia delle persone», diceva sempre ai suoi consulenti, come ricorda la figlia Sara. Doris è stato un innovatore del mondo bancario, pensando e creando un modello di banca che mette al centro la persona e le sue esigenze. Ed è stato il primo a mettere un volto su una banca. Doris è scomparso pochi anni fa. La figlia, vicepresidente di Banca Mediolanum e presidente di Fondazione Mediolanum e Fondazione Ennio Doris, ne ha raccontato la storia e i suoi tratti più privati nel libro “Ennio, mio padre”.

Sara, nel libro lei ci presenta la figura di suo padre Ennio, raccontando il suo lato più intimo e umano. Qual è stata l’innovazione più grande che lui ha portato nel mondo bancario e finanziario?

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Ho assistito a tutta l’evoluzione di Mediolanum, a partire dalla nascita. Mio padre è stato un anticipatore dei tempi, una voce fuori dal coro, non perché contraria ma perché innovatrice. Siamo nati come banca nel 1997. Lui diceva di aver trovato la modalità per consentire di fare le operazioni più piccole (come disporre un bonifico) da casa e poi fare riferimento al family banker per gli investimenti e la gestione del risparmio. Anche io ero incredula ma quando ho toccato con mano provando a fare un’operazione ho avvertito subito la portata di questa innovazione, che lui aveva pensato già quando lavorava come consulente finanziario. Per lui la banca, pur non avendo sportelli, doveva essere un servizio che metteva al centro la persona. L’ha trasformata quindi in un servizio a portata di mano. Lo si capisce anche dal nostro logo, un cerchio aperto che è un abbraccio alla persona: la banca è a disposizione del cliente che ci dà la sua fiducia.

Oggi cosa rimane della sua lezione?

Mio padre ha sempre messo la faccia sul suo progetto. Già prima dello spot della banca, era comparso in quello ideato per i family banker. Per progettare lo spot di Banca Mediolanum era stata coinvolta un’agenzia americana che doveva capire cosa ci contraddistinguesse rispetto al mercato. Ne era emerso che la nostra caratteristica era unire tradizione e innovazione con un volto umano, quello del suo fondatore, appunto. Penso sia importantissimo che la banca abbia un volto. Non deve essere un’entità astratta, ma una persona che ha cuore le esigenze altrui. Oggi, in segno di continuità, nello spot c’è mio fratello Massimo (Amministratore Delegato dal 2008).

Iniziative ed eventi possono servire a portare interesse verso il mondo bancario?

Sì. È importante che le persone, oltre ad avere a fianco il loro family banker, vedano il clima che si genera dagli incontri. Il punto centrale è sempre lo stesso: la fiducia. Mio padre lo aveva capito già negli Anni 70: i clienti non mettevano nelle sue mani solo soldi da investire, ma la loro vita, il frutto del loro lavoro e dei loro sacrifici. Il consulente è il “medico del risparmio” e deve prendersi cura di tutte le esigenze del suo cliente ed essergli utile per realizzare insieme il suo sogno. Mio padre ha avuto successo nella sua carriera perché aveva l’obiettivo di rendersi utile agli altri. Ha costruito 50 anni fa un modello di banca, ancora oggi valido e ai cui tutti tendono.

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Come si può promuovere l’educazione finanziaria oggi?

Cerchiamo di farlo in modo concreto e rivolgendoci a chi più ha bisogno. Abbiamo, per esempio, un progetto rivolto a quelle famiglie che, per svariati motivi, non possono accedere al credito ma ne hanno bisogno. Lo definiamo “Prestito di soccorso”. In collaborazione con i centri di ascolto diocesani, individuiamo persone che hanno bisogno di piccole somme di denaro. Non possono dare garanzie ma hanno la possibilità di restituire. I nostri family banker, insieme ai volontari delle fondazioni antiusura, iniziano con loro un percorso di educazione finanziaria, che si traduce subito in azioni concrete.

 

Annarita Cacciamani

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