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Sartorialità e smart casual: il nuovo codice d’abbigliamento della finanza moderna

di Elisa Marasca
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Le società finanziarie stanno sperimentando una trasformazione nei loro dress code, passando da regole ferree a una maggiore flessibilità. Ma ricordiamo che il “buon senso” è soggettivo.

I tentativi delle banche di stabilire rigidi codici di abbigliamento per i dipendenti tendono a cadere nel vuoto, ormai da anni. Dopo l’ilarità suscitata 10 anni fa dal famoso codice di abbigliamento di 44 pagine del gigante bancario svizzero UBS, che includeva norme anche sulla biancheria intima e i collant, la novità è lasciare che sia il personale a decidere le regole di stile a lavoro. Quando nel 2019 Goldman Sachs ha modificato il suo dress code, per esempio, l’Amministratore Delegato David Solomon ha scritto ai dipendenti: «Tutti noi sappiamo cosa è e non è appropriato per il nostro lavoro. Ovviamente, l’abbigliamento casual non è appropriato in ogni giorno e per ogni interazione, e crediamo che sarete in grado di valutare coerentemente con giudizio a riguardo».

Storicamente conosciuta come “la banca dalle scarpe bianche” (indossate dai suoi dipendenti a Wall Street), Goldman Sachs ha costantemente richiesto agli impiegati un abbigliamento estremamente elegante. Tra le norme tacite della società finanziaria, l’espressione «Le regole sono per l’obbedienza dei folli e per l’orientamento dei saggi» cattura efficacemente un concetto che si estende anche al dress code.

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Photo: Pexels / Edmond Dantès

Essere più flessibili per ottenere talenti

Nello stesso anno, comunque, anche la società di investimento KKR ha allentato il proprio codice di abbigliamento. Nella nota diffusa a tutta l’azienda, scritta dai fondatori Henry Kravis e George Roberts e dai co-presidenti Scott Nuttall e Joseph Bae, c’era scritto che l’obiettivo della scelta era ottenere un ambiente di lavoro più dinamico. La nota di KKR non specificava esattamente quali tipi di abbigliamento fossero appropriati. Sono invece i dipendenti, tuttora, a decidere cosa indossare. «Confidiamo che tutti voi troviate il giusto equilibrio ed esercitiate il buon senso», diceva la nota. Nonostante l’alleggerimento delle regole, però, i dipendenti dovevano e devono ancora avere a disposizione un abbigliamento elegante, in particolare per gli incontri con i clienti.

«Allo stesso tempo, riconosciamo che molti dei nostri clienti e delle altre relazioni esterne hanno un’aspettativa di professionalità più formale. Pertanto, vi preghiamo di avere sempre a disposizione un abbigliamento consono», concludeva la nota. Dopo questi colossi finanziari, molte altre organizzazioni simili in tutto il mondo hanno alleggerito le regole di look formale. Come mai? Per attirare i giovani. Wall Street compete infatti con le società tecnologiche (come quelle della Silicon Valley) per ottenere giovani talenti, che guardano al di là del semplice compenso e scelgono le aziende anche in base alla rigidità del dress code. Il problema è che il buon senso può essere soggettivo. Ci sono cose che non dovrebbero mai essere indossate in questi contesti (e non solo), indipendentemente dalle regole. Per esempio le camicie hawaiane.

 

Elisa Marasca

Photo cover: Pexels / Fauxels

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