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300 miliardi di successioni entro il 2033: la sfida del private banking

di Cibelle Dardi Da Silva
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Il settore del private banking in Italia sta affrontando una significativa trasformazione che influenzerà notevolmente la gestione patrimoniale e la pianificazione della successione ereditaria nei prossimi decenni. 

Secondo le stime dell’Associazione Italiana Private Banking (AIPB), nei prossimi 8 anni circa 300 miliardi di euro passeranno dalle generazioni più anziane a quelle più giovani attraverso successioni ed eredità. Il fenomeno, che riguarda principalmente le famiglie con ricchezze superiori a 500mila euro, avrà profonde implicazioni non solo per le famiglie coinvolte, ma anche per l’intero sistema finanziario e per l’economia del Paese.

Recenti indagini di mercato hanno però evidenziato importanti carenze nella consapevolezza e nella preparazione dei cittadini riguardo alla trasmissione e all’amministrazione dei beni ereditari. I dati mostrano inoltre che solo una piccola percentuale degli italiani ha già predisposto un testamento, strumento chiave nella pianificazione successoria, mentre circa la metà dichiara l’intenzione di farlo in futuro. La scarsa conoscenza si estende anche agli aspetti fiscali dell’eredità: quasi la metà degli intervistati non conosce i costi per entrare in possesso di un’eredità, con una percentuale che sale significativamente tra i più giovani.

ESG e strumenti digitali: il nuovo volto del private banking 

Secondo lo studio “Il Private Banking in un mondo più longevo” realizzato da AIPB e da  KPMG, tra i clienti private è diffusa la consapevolezza dell’importanza di pensare al futuro (81%) con bisogni e progetti di vita articolati, ma solo il 20% si è davvero attivato e ha pensato a soluzioni per la gestione finanziaria e successoria di lungo periodo. Inoltre, il 69% dei clienti attuali tra i 65-74enni non coinvolge i figli nella gestione del patrimonio, creando potenziali difficoltà nel passaggio generazionale della ricchezza e nella pianificazione dell’eredità.

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Photo: Pexels / RDNE Stock project

Circa il 90% dei Millennials rivela un forte interesse per i fondi Environmental, Social, Governance (ESG), ovvero i fondi che investono in aziende che rispettano criteri di sostenibilità ambientale, sociale e di governance. Ma l’attenzione alla sostenibilità non è l’unica caratteristica distintiva: i giovani investitori sono anche fortemente orientati all’uso di strumenti digitali per gestire le proprie risorse finanziarie. Lo ha rivelato una ricerca di Generali. Questa duplice tendenza – verso la sostenibilità e la digitalizzazione – pone nuove sfide al private banking. Il settore dovrà adattarsi rapidamente, offrendo soluzioni personalizzate che integrino sia gli aspetti ESG che le tecnologie digitali, rispondendo così alle esigenze delle giovani generazioni.

«La longevità è al tempo stesso un’opportunità e una sfida: per vivere bene un periodo di tempo più lungo diventa necessario iniziare a pensare ai bisogni che si avranno in età avanzata sin dalla giovane età», ha affermato Andrea Ragaini, Presidente di AIPB, in una nota stampa in collaborazione con KPMG. «È anche una opportunità straordinaria per il private banking, che già oggi gestisce 5 generazioni di clienti e che può indirizzare nel tempo con gradualità e dolcezza i loro progetti promuovendo scelte razionali alla luce di bisogni specifici nelle diverse fasi della vita».

 

Photo cover: Pixabay

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