Il decennio “yuppie” ha utilizzato film come “Wall Street” e “Una donna in carriera” per trasmettere un’estetica aziendale che inneggiava al successo. Oggi, con una visione più inclusiva e fluida, c’è nostalgia per questo stile: così si spiega la ritrovata popolarità del doppiopetto, del gessato e delle spalle ampie.
La moda degli anni ’80 rappresentava il desiderio di cambiamento con uno stile audace e sfacciato, un inno a chi deteneva il potere. Nel film “Wall Street” del 1987, il protagonista Gordon Gekko interpretato da Michael Douglas dimostra questa trasformazione di stile, sottolineando le differenze tra una personalità affermata e una in evoluzione. Questi abiti sono stati soprannominati “abiti di potere” per via dei loro colori vivaci, motivi a righe e per la silhouette ampia e voluminosa.
Il businessman anni ’80: cravatte larghe dai colori audaci
Prediligevano completi dal taglio sofisticato, caratterizzati da giacche a doppiopetto con spalle larghe e pantaloni a vita alta. Per gli uomini d’affari degli anni ’80 i colori predominanti erano il grigio, il nero e il blu scuro, spesso accompagnati da camicie a righe dal colletto alto. Un tocco di eleganza e determinazione era dato da cravatte larghe dai colori audaci. E come accessori non potevano mancare le spille da giacca e i gemelli vistosi, indossando rigorosamente scarpe a punta ben lucide. Il look dell’uomo di successo era completato da occhiali da sole oversize, caratterizzati da montature eccentriche, diventate un simbolo distintivo del periodo.
Le donne d’affari: camicette e tacchi alti
“Una donna in carriera” del 1988 è una storia che ha segnato una generazione di donne che si affacciavano al potere. La storia della bella segretaria frustrata – che approfittando di un incidente alla sua capa riesce a soffiarle sia il posto che il fidanzato – ha vinto sei Golden Globe e un Oscar per la migliore canzone. La pellicola – che ha valso le nomination agli Oscar per Melanie Griffith e Sigourney Weaver – ci ha fatto scoprire che il look delle donne di business non si discostava molto da quello maschile.
Le donne amavano esprimere il loro potere e la loro determinazione attraverso abiti di marca: i completi spesso comprendevano gonne a tubino o pantaloni a sigaretta, con spalle imbottite per ottenere una silhouette dominante. Le camicette con scolli a V, tessuti leggeri e maniche ampie erano spesso abbinate a una vasta gamma di colori sgargianti e stampe. Le scarpe? Di vitale importanza per il look delle donne d’affari, le décolleté con tacchi alti, punta affilata e colori rigorosamente neri o blu scuro per slanciare la figura. Gli abiti da sera erano l’apice dell’eleganza per le donne di potere, caratterizzati da lunghezze variabili e scollature audaci sul decolleté o sulla schiena. Senza trascurare i gioielli vistosi e importanti – un must in ogni occasione – come le collane lunghe, gli orecchini pendenti e i braccialetti oversize. Le pettinature voluminose e lucenti completavano il distintivo stile delle donne degli anni ’80.
Oggi la moda è più inclusiva
Quel decennio ha dunque rappresentato un trend caratterizzato da audace esuberanza, colori accattivanti e un pizzico di eccentricità. La crescente nostalgia per questo stile si manifesta oggi nella rinnovata popolarità di elementi come il doppiopetto, il gessato e le spalle larghe. Se quell’epoca era profondamente radicata nei valori culturali anni ’80, la moda del terzo millennio adotta invece una prospettiva più fluida e inclusiva in termini di genere. L’originario stile “yuppie,” che enfatizzava le differenze di genere con uomini in abiti e cravatte e donne in “power dress”, ha lasciato spazio a una visione più flessibile. A uno stile che celebra l’individualità, ma non trascura i concetti di inclusione e di apertura.
Photo cover: iStock / ErmanCivici