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Maurizio Poli: «I social? L’importante è distinguersi per non estinguersi»

di Giorgio Pirani
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Un consulente finanziario di Brescia, molto attivo in tv e su Youtube, condivide la sua evoluzione professionale e l’impegno per l’educazione finanziaria, nata dall’obiettivo di aiutare imprese e famiglie. Con un occhio a come vedono il denaro i giovani oggi.

 

Maurizio Poli dal 2011 gestisce una società focalizzata sull’educazione finanziaria e la protezione patrimoniale, con un approccio basato sull’ascolto del cliente e un focus sulla pianificazione finanziaria a lungo termine. Da tempo impegnato anche come conduttore per programmi tv in reti locali a tema finanziario, ci racconta l’importanza dei social media per il personal branding.

Da dove nasce la sua passione per il settore finanziario e perché ha scelto di intraprendere questa professione?

La passione nasce per aiutare le imprese e le famiglie, avendo fatto un’esperienza sia come responsabile finanziario nelle imprese e con un’esperienza bancaria come vicedirettore e direttore responsabile e sviluppo. Poi dal 2011 con la mia socia Giusy Biondelli abbiamo creato una società nostra: ora facciamo consulenza finanziaria, con un focus sull’educazione. Ma anche su tutto quello che è protezione patrimoniale dell’impresa, quello che è lo sviluppo delle imprese con soluzioni che siano adatte per quello che gli imprenditori vogliono fare. Poi quando risolvi un problema all’azienda, l’imprenditore ti può anche parlare dei suoi aspetti finanziari e da lì inizi a seguire gli interessi anche della persona.

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Maurizio Poli

Lei insegna anche educazione finanziaria all’Università Popolare di Cremona. Come vede i giovani?

Abbiamo fatto interventi nelle scuole di vario ordine e indirizzo e c’è molto disinteresse. Poi ci sono delle piccole macchie di leopardo di giovani che si interessano a queste tematiche, ma non sono moltissimi. Io sono a conoscenza di due giovani di Brescia e uno a Milano, uno di questi ha fatto la tesi proprio sull’educazione finanziaria, hanno sui 24-25 anni e sono molto attivi e molto dinamici in questo campo. Poi ci sono quei giovani che ai soldi non stanno pensando, nonostante stiano facendo una buona carriera: conosco ragazzi che fanno lavori importanti, sono bravissimi e spostano cifre importanti, ma sulla finanza ancora zoppicano. Le fondamenta servono a tutti, ma il denaro viene visto più per soddisfare l’esigenza nel breve termine, invece che nel lungo.

Qual è il suo punto di forza e i valori guida della sua consulenza? 

Il nostro punto di forza è ascoltare i clienti, e solo dopo valutare con lui/lei le soluzioni migliori per lui. Il messaggio che cerco di far passare ai miei clienti è pianificare prima e meglio; bisogna cercare di mettere i piedi per terra e curare il “durante noi” e il “dopo di noi”, cioè curare gli aspetti finanziari di oggi e quelli futuri. Tutti si riempiono la bocca del ciclo vitale, ma quello che è più importante è gestire il patrimonio nel “durante noi”. Per esempio aprire una polizza se succede qualcosa, pianificare un fondo pensione per il figlio che deve ancora nascere, e così via. Insomma, pianificare prima e meglio.

Da tempo lei conduce un programma dal titolo “Economicamente”, in onda in tv e che ripubblica sui suoi canali social. Di cosa tratta il programma? 

Dal 2008 scrivo su una rubrica sulla testata “Mondo Padano”, legata all’educazione finanziaria. Poi dal 2014 abbiamo trovato uno sponsor e comprato degli spazi nelle reti locali tv, dove attualmente facciamo 3 format: “Economicamente”, poi “Finanziariamente” e poi “Restart – Oltre la crisi”. Nelle prime due parliamo di educazione finanziaria e delle decisioni che ognuno deve prendere in azienda, in famiglia o per se stessi, con interviste a imprenditori, in “Restart” ci siamo occupati di temi inerenti le Pmi che lottano e vincono la crisi. Quello che funziona è la diretta tv, ma anche postare poi la puntata sui social network, dove poi le puntate vengono viste. 

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I social media aiutano la sua visibilità professionale?

Certo, sono utili: il nostro personal branding l’abbiamo fatto postando le nostre puntate sui social e in tanti ci conoscono così, poi però facciamo anche eventi di persona per conoscerci dal vivo. Riguardo al fatto che possano aiutare, secondo me quello che si deve pensare è distinguersi per non estinguersi. I social media sono importanti ma bisogna stare attenti perchè c’è anche troppa comunicazione, quindi bisogna cercare di interessare alle persone dando loro dei contenuti, senza chiedere niente in cambio. Bisogna cercare di trovare una nicchia di rappresentatività: su Facebook ad esempio mischio lavoro e hobby, su Linkedin invece sto più sull’aspetto professionale comunicando quello che facciamo e Instagram è un mix di queste cose. Ma poi oltre ai social bisogna anche incontrarsi di persona.

In che modo l’immagine personale e lo stile influenzano la percezione e il successo di un consulente?

L’abito fa il monaco in certe situazioni, ma dopo c’è il contenuto: se l’abito è vuoto l’imprenditore ti buca in 30 secondi, quindi oltre alle parole c’è di più. Il consulente finanziario ancora lo vedo in giacca e cravatta, ma io non sono in gara con l’imprenditore, quindi sono dell’idea che ci si debba vestire in maniera decorosa ma non esuberanti o eccessivamente firmati. Essere vestiti bene fa la differenza, perché bisogna far passare il concetto che noi siamo quelli che gestiamo i tuoi soldi. Quindi se si va a incontrare l’imprenditore in azienda o il contadino nella fattoria, non ci si va con scarpe sportive o stivali ma ci si va decorosamente, dato che tu sei visto come il “signore del denaro”.

 

Giorgio Pirani

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