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Matteo Caponetti: «Il denaro è uno strumento, non solo un obiettivo»

di Giorgio Pirani
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“Conoscere”, “comprendere”, “scegliere” sono le parole chiave dell’attività di consulenza finanziaria di un professionista di Bologna che si racconta in questa intervista. «Il momento più difficile? Quello della crisi dei subprime».

Si avvicina al mondo finanziario sin da bambino, prima con l’acquisto di BTP poi con delle azioni comprate dal padre. Matteo Caponetti è un consulente con un approccio centrato sul cliente, che vede il denaro come strumento di miglioramento.

Può riassumere il suo percorso di formazione e quello professionale? Quali motivazioni l’hanno spinta a diventare un consulente finanziario?

Faccio il consulente finanziario da quando mi sono laureato. Ho studiato Economia degli Intermediari Finanziari, anche se quando mi sono iscritto dovevo ancora farmi un’idea su quale carriera avrei intrapreso. Mi era molto chiaro l’ambito. Da dove è nato tutto? Da bambino mio padre mi aveva comprato dei BTP, quelli di carta, con i tagliandi da staccare per incassare le cedole. Solo che mi sembravano basse, anche se gli interessi in realtà erano alti. Allora mio padre li vendette e mi comprò delle azioni. Dopo scuola poi prendevo il giornale a mio nonno per vedere l’andamento dei prezzi. Penso proprio che tutto sia nato da lì.

Qual è il punto di forza e i valori-guida della sua attività di consulenza? Com’è il suo rapporto con i clienti?

Il valore guida è che per me il denaro è uno strumento per migliorare la nostra vita, è la prima cosa che condivido con i clienti. Ci tengo a chiarire la distinzione tra obiettivo e mezzo. Nei primi incontri dedico molto tempo a definire le esigenze e gli obiettivi, che magari sono latenti ma ognuno di noi ha. Questo passaggio è fondamentale perché è quello che permette di determinare la pianificazione, ed è particolarmente delicato, perché in prima battuta tante persone pensano di non averne. Questo mi porta a conoscere in profondità i miei clienti e le loro vite, spesso mi sono sorpreso di quanto fossero interessanti. Tant’è che mi sono ispirato ad alcuni di loro e ne ho scritto un libro, perché penso che possono essere di aiuto a tutti, sebbene ognuno abbia la sua storia.

Quali strategie consiglia per la diversificazione del patrimonio?

Ogni strategia è determinata da un elemento chiave, cioè a cosa servono i soldi. A chi dice che non lo sa lancio una provocazione: allora perché non li spendi? Spesso permette di definire il territorio in cui dobbiamo muoverci. Ogni diversificazione, ogni strategia, sono la somma di tante diversificazioni e strategie mirate. Perciò è sempre una personalizzazione che rende ogni portafoglio unico.

Secondo lei, in che modo l’immagine personale e lo stile influenzano la percezione e il successo di un consulente?

Il mio stile mi rappresenta, aiuta a veicolare qualcosa di intangibile: chi sono. Passa dalla somma di tanti piccoli dettagli, che sono il frutto di tante scelte sempre autentiche. Il mio attuale sarto ha cercato di capire chi fossi, prima di iniziare a valutare i tessuti e il taglio degli abiti. Lo stile, a partire degli accessori è cambiato nel tempo, sempre in funzione della mia evoluzione. All’inizio vedevo questo aspetto in modo un po’ superficiale, ed era abbastanza anonimo perché per me era un aspetto noioso. Oggi mi diverto a curarlo, lo utilizzo come strumento per comunicare chi e come sono.

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Photo: Pixabay / Nattanan23

Può descrivere una storia di successo e un momento difficile che ha superato?

Di storie di successo ne ho tante, a partire dall’emozione che ho provato quando sono uscito dallo studio del mio primo cliente da un milione di euro con gli assegni nella valigetta. Solo che faccio fatica a godermele, durano cinque minuti scarsi perché mi viene subito da pensare al passo successivo. Il momento più difficile è stato quello della crisi dei subprime, perché mi ero appena sposato. Ci sono stati giorni molto complessi. Però anche quella crisi mi è servita, tanto. Ancora oggi, durante le fasi di ribasso più violente, penso a quei giorni. A come li ho vissuti, a come sono stato vicino ai miei clienti. A come sono uscito più forte, più solido e più… grande rispetto a quando è iniziata. Questo mi da tutte le volte la spinta per attraversare i crolli e trovare la determinazione per uscirne rafforzato.

Potrebbe spiegare ai lettori una parola della Finanza in modo semplice, come la spiegherebbe a un bambino?

Risparmio e investimento: scegliere di mettere da parte qualcosa. Farlo crescere in modo da poter fare qualche cosa che altrimenti non riusciresti a fare. È come quando vai in bicicletta: immagina di voler arrivare in cima a una salita, anche se da solo ancora non ce la fai. Allora il babbo o la mamma ti danno un aiuto spingendo il sellino mentre pedali. La spinta che dai sui pedali è il risparmio, l’aiuto che ricevi è il frutto degli investimenti.

 

Giorgio Pirani

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