«La consulenza che non ti aspetti» è il claim che Maria Anna Pinturo, wealth planner, adotta alla fine dei video del suo blog. In questa intervista racconta la sua carriera e la sua strategia di successo.
Quella di Maria Anna Pinturo è una storia particolare, perché questa professionista, premiata di recente come Miglior Consulente finanziaria della Lombardia, viene da una formazione umanistica (laurea con lode in Filosofia), un passato nelle Risorse Umane fino ad approdare, quasi per caso, al mondo della consulenza in ambito Finance. Nel 2009, dopo essere stata area manager per una multinazionale americana, partecipò, quasi per gioco, alla selezione indetta da una grande banca inglese che cercava persone che portassero valore aggiunto nella relazione con il cliente. La scelsero e ha fatto tutta la trafila da direttrice di agenzia fino a coordinare 8 filiali. Il suo pallino è però sempre stato proprio la relazione con il cliente, che ha imparato a conoscere, negli anni, in tutte le sue esigenze. Per questo ha poi deciso di diventare consulente finanziaria o, ancora meglio, per quel che la riguarda, una professionista che costruisce un piano patrimoniale secondo le esigenze della persona che ha di fronte.
È specializzata in un ambito particolare della gestione finanziaria?
Da tre anni ho spostato il focus della mia consulenza da finanziaria a patrimoniale. Seguire il cliente guardando il suo patrimonio totale, sia diretto che indiretto, consente una gestione più attenta e strategica a seconda delle esigenze, per esempio di segregazione o separazione del patrimonio fino all’analisi previdenziale, legata all’aspettativa di vita che, sappiamo, si è allungata. Con il pensionamento, si apre un’altra prospettiva di vita, infatti e questa va gestita, non solo con i giusti investimenti ma con un piano più ampio, che tenga conto di nuove necessità e nuovi desideri.
Quanto conta, a suo parere, il modo in cui una professionista del suo settore si presenta? C’è un elemento del suo abbigliamento che la contraddistingue o che non può mai mancare?
Dal punto di vista verbale, dal 2020, con il mio blog, ho deciso di esprimere la mia personalità attraverso la scrittura per comunicare anche al di fuori della stanza della consulenza. Per quanto riguarda l’aspetto ed il modo di presentarsi, penso che l’abito faccia il monaco nel senso che sia importante presentarsi bene quando si parla di cose così delicate come il denaro. Avere un aspetto curato e in ordine, dimostra che ci si prende cura di quello che ci viene affidato, dunque genera fiducia in chi abbiamo di fronte. Personalmente amo il bello e l’estetica quindi sicuramente mi piace presentarmi bene ma è qualcosa di interiorizzato. Per questo motivo danzo, perché ritrovo il bello nel movimento fisico, che poi mi aiuta anche a tenermi in forma. Quindi direi che quello che non manca mai nel mio modo di presentarmi, è la cura di me stessa come persona in toto.
Cosa consiglierebbe a un nuovo cliente che approccia per la prima volta il tema del risparmio o dell’investimento?
Risparmio e investimento sono collegati. Per poter investire bisogna avere disponibilità di una somma di denaro. Per questo, uno dei miei financial tips è di partire da un esame delle proprie capacità di spesa mensile e poi mettere nero su bianco le necessità alle quali si deve rispondere quotidianamente, i bisogni veri, per verificare quali spese è possibile eliminare. Questo semplice esercizio, farà scoprire cose interessantissime e soprattutto che alcune spese che ci sembrano essenziali, in realtà, si possono evitare e dunque si può accumulare un risparmio da investire.
Una parola del vocabolario finanziario con una spiegazione semplificata per i lettori?
Il concetto che vorrei spiegare è quello di “piano finanziario”. Un piano finanziario si può fare sia con piccoli che con medi o grandi capitali. Bisogna definire l’obiettivo che si vuole raggiungere e il tempo entro quando lo si vuole raggiungere. Si parte dal proprio stipendio, si stabilisce quanto si può mettere da parte di quei soldi, quale importo si deve avere invece disponibile, per quanto tempo si è disposti a tenere quel denaro investito, quanto si è disposti a rischiare. Il piano vero e proprio deve essere poi gestito dalla consulente per aiutare il cliente a tenere fede a quel piano. Molto spesso infatti il cliente cede alla tentazione di interromperlo se ci sono delle difficoltà. Compito della consulente è proprio quello di evitare che gli sforzi fatti siano vanificati da un’uscita prematura dal piano concordato.