Il Presidente dell’Advisory Board Fondazione Educazione Finanziaria ci spiega le sfide per promuovere l’educazione finanziaria in Italia e dà consigli a tutti quei giovani che desiderano entrare nel mondo della finanza.
Marcello Presicci è Presidente dell’Advisory Board Fondazione Educazione Finanziaria (FEduF), costituita su iniziativa dell’Associazione Bancaria Italiana (ABI) docente della Luiss Business School e fondatore della Scuola Politica “Vivere nella Comunità”. In questa intervista ci racconta come è passato dal giornalismo al settore finanziario e sottolinea l’importanza dell’educazione finanziaria in Italia, dove molti cittadini mancano delle conoscenze necessarie per prendere decisioni consapevoli.
Qual è stata la motivazione principale che l’ha spinta a passare dal giornalismo al settore finanziario?
Da giornalista professionista sono sempre stato molto vicino al settore finanziario, come conseguenza di una mera curiosità personale e per via del mio primo impiego presso un canale all news (Sky). Il mercato finanziario poi mi ha sempre interessato, prima come investitore e risparmiatore privato e poi come conoscitore e appassionato di criptovalute. Oggi, in ogni incarico che ricopro, c’è una connessione stabile con il settore finanziario in virtù dell’importanza dell’economia in vari ambiti, come quello politico o culturale. Credo sia presente un fil rouge dietro tutte le questioni economiche centrali nella discussione pubblica: dall’austerità all’inflazione, dalla disoccupazione alla crescita, dalla concorrenza al debito fino al rapporto tra Stato e mercato. La conoscenza del settore finanziario è il primo passo per comprendere al meglio ad esempio la geopolitica e la geoeconomia.

Marcello Presicci con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella
Come Presidente dell’Advisory Board della FEduF, può illustrarci il suo lavoro e i vostri obiettivi?
Ho il grande privilegio di potere coordinare, insieme alla Direttrice Generale Giovanna Boggio Robutti, i lavori di un prestigioso consesso composto da grandi professionisti che lavorano in realtà non connesse prettamente con il settore finanziario (per esempio McKinsey, Gucci, Fincantieri, Eni, Cassa Forense, Hermès e BlackRock). L’Advisory Board di FEduF, costituito su invito del Presidente Stefano Lucchini, nasce per affiancare e supportare il consiglio di amministrazione della Fondazione per l’educazione finanziaria con lo scopo di proporre idee, progetti, sinergie e collaborazioni con altri enti, istituzioni e realtà italiane – e internazionali – con cui dialogare sui temi dell’educazione finanziaria ed economica. Il nostro obiettivo è aumentare il livello di conoscenza e utilizzo degli strumenti finanziari in tutte le fasce d’età della popolazione. Per esempio in Italia solo il 37% dei ragazzi ha un conto in banca o un conto postale e il 29% possiede una carta prepagata contro, rispettivamente, una media del 63% e del 62% negli altri Paesi Ocse.

Marcello Presicci con il Presidente FEduF Stefano Lucchini
Quali sono le principali sfide nel promuovere l’educazione finanziaria in Italia?
Le scelte finanziarie sono tra le più importanti decisioni che gli individui compiono nel corso della propria vita. La maggior parte dei cittadini italiani, tuttavia, non ha conoscenze sufficienti a prendere decisioni corrette o a richiedere supporto a professionisti qualificati. Tale circostanza è particolarmente preoccupante in un contesto caratterizzato da un’ampia e variegata offerta di prodotti finanziari complessi, condizioni economiche incerte e una progressiva riduzione delle risorse a disposizione del sistema previdenziale nazionale. L’educazione finanziaria può agire in tal senso, aiutando l’individuo a gestire al meglio le proprie risorse. Come FEduF siamo quotidianamente impegnati nel collaborare con banche e aziende cercando di diffondere quanto più possibile l’educazione finanziaria. La sfida principale è quella di intervenire soprattutto sulla fascia d’età scolastica, questa è senza dubbio la scommessa più rilevante. Anche dalla formazione delle future generazioni dipende la stabilità del sistema economico nazionale, sempre più interconnesso.
Da docente e formatore, che consigli può dare ai giovani che vogliono intraprendere una carriera nel settore finanziario?
Quello legato alla finanza è un settore davvero molto competitivo. Uno dei consigli che fornisco sempre ai miei studenti e studentesse è quello di investire molto nel networking e di essere proattivi. Le capacità relazionali e comunicative sono determinanti per accedere alle carriere più strutturate in ambito finanziario. Entrare in contatto con gli esperti e le aziende nelle quali si desidera essere assunti è una scelta strategica quando si ambisce ad una carriera professionale, sia in questo che in altri settori. Occorre poi coltivare una propensione specifica, il “lifelong learning”, ossia l’apprendimento costante nel tempo atto ad incrementare il proprio spettro di competenze e a tenersi aggiornati sulle tendenze più significative nel settore finanziario.
Riuscirebbe a spiegare una parola del mondo finanziario in modo semplice, come la spiegherebbe a un bambino?
Il mondo della finanza e dei risparmi è il ponte per il futuro, lo strumento cioè a cui affidare i sogni e i progetti di medio e lungo periodo. Tutto quello che ci riguarda sin da giovani ha un collegamento forte con il mondo finanziario, dalla prima paghetta fino all’acquisto di una casa. I Millennials, per esempio, sono molto più attenti e consapevoli della necessità di investire per il proprio futuro di quanto si pensi. È inoltre importante considerare che le nuove generazioni, anche prima di entrare a pieno titolo nella vita adulta, sono sempre più spesso sottoposte a stili di vita che rendono necessaria una certa dimestichezza con le basi della finanza personale. La figura del consulente finanziario può rappresentare un ottimo punto d’incontro tra il passato e il futuro, un professionista che può unire generazioni solo apparentemente molto distanti, in grado di colmare il gap, scolastico e istituzionale, sull’educazione finanziaria.