Una transizione dal settore bancario tradizionale alla fondazione di uno studio di consulenza finanziaria indipendente: Luca Zecchini condivide le esperienze di vita che hanno influenzato la sua crescita professionale.
Luca Zecchini ha iniziato la sua carriera nel mondo bancario oltre vent’anni fa. Poi,nel 2021, ha deciso di fondare lo studio “Investire Indipendente”, ispirato dalla volontà di offrire un servizio trasparente e libero da conflitti di interesse. Un’esperienza di volontariato in Perù ha segnato un punto di svolta, portandolo a dedicarsi completamente a una consulenza che mette al centro le esigenze dei clienti. In questa intervista, Zecchini rivela la sua visione del settore, l’importanza della fiducia e della formazione continua e introduce il concetto di “rendimento solidale”.
Quali esperienze di vita crede abbiano contribuito maggiormente alla sua crescita professionale?
Dopo la laurea, ho iniziato il mio percorso in banca a inizio degli anni 2000. I primi tempi nell’area crediti (mutui, finanziamenti, ecc.) e successivamente nell’area dedicata ai servizi di investimento, partendo dai clienti retail di filiale per poi crescere professionalmente fino alle divisioni di private banking di primari istituti. La decisione di fondare uno studio di consulenza finanziaria indipendente, lo studio “Investire Indipendente”, nasce da lontano ma si concretizza 3 anni fa, quando finalmente la figura professionale dell’indipendente iniziava a prendere piede in Italia, grazie alla definitiva regolamentazione della categoria da parte dell’autorità di vigilanza (un’attesa durata oltre 10 anni!) e all’esperienza di realtà ormai consolidate, veri pionieri del settore e dai quali è stato molto importante attingere esperienze e suggerimenti. Al pari di ogni decisione importante nella vita, comunque, ciò che scegliamo per il nostro futuro fonda le sue radici in ciò che abbiamo vissuto. La formazione bancaria, con tutti i suoi limiti e aspetti controversi, è stata anche una vera accademia di conoscenze ed esperienze, professionali e relazionali. Tuttavia, il passare degli anni a mio avviso ha esaltato sempre di più il lato “commerciale” del settore bancario, svilendone per molti versi la funzione sociale di cassaforte dei risparmi, di interlocutore affidabile in materia di investimenti e di pianificazione patrimoniale di famiglie e imprese.
Che cosa l’ha spinta quindi ad aprire il suo studio?
La decisione è nata proprio dalla volontà di valorizzare il bagaglio di professionalità acquisita negli anni, “sublimandolo” all’interno di un contesto di consulenza puro, senza conflitti di interesse e totalmente votato al miglior servizio della clientela, trasparente e libero da vincoli. Un episodio che potremmo definire spartiacque tra un prima e un dopo, è stata l’esperienza familiare di volontariato in Perù nel 2019. Un’esperienza intensa durata 6 mesi, con moglie e bimbi piccoli a fianco, che ha arricchito notevolmente il nostro vivere quotidiano e consolidato molti princìpi di fondo. Al rientro, la necessità di trasformare l’esperienza professionale passata ed innovarla verso un servizio totalmente trasparente e cristallino, che rimettesse al centro l’esigenza della clientela di ritrovare interlocutori liberi, equilibrati e neutrali, ha portato alla decisione definitiva di avviare lo studio e dedicarsi completamente alla consulenza finanziaria indipendente.
Come gestisce la parte della comunicazione digitale della sua attività?
Il lavoro degli studi di consulenza finanziaria è principalmente fiduciario. Il consolidamento delle relazioni con i clienti nel tempo, la comprovata serietà e competenza, sono il principale veicolo per diffondere la propria professionalità verso nuove persone, clienti e aziende. Il caro e vecchio “passaparola”. Il rafforzamento a questa dinamica relazionale è l’affermare, in maniera sobria, la propria figura per garantirgli una corretta riconoscibilità e affermazione. Interventi sulla stampa o internet in tema di educazione finanziaria, collaborazioni con testate locali su tematiche al servizio della clientela, un sito internet chiaro e completo che possa fungere da biglietto da visita e fornire indicazioni importanti sulla tipologia di servizio prestato e, indirettamente, lasciar comprendere quali tipologie di persone siamo. L’anima della professione è il servizio fiduciario verso la clientela. Il rafforzativo è la riconoscibilità e visibilità (sobria) su stampa e internet.
Qual è in sintesi la sua definizione di “rendimento solidale”? Di fatto è un’idea di base di una consulenza finanziaria indipendente?
La consulenza finanziaria indipendente ritiene fondamentale che il cliente prenda consapevolezza dei suoi obiettivi di vita e finanziari, in primis educandolo finanziariamente. Un aspetto rilevante è far prendere piena coscienza al cliente dei costi legati ai servizi di investimento, come questi abbiano inciso negativamente sui rendimenti, come efficientarli e ridurli. Cercare di unire due mondi apparentemente distanti come investimenti finanziari e solidarietà, è anche cercare di dare un significato più importante all’efficientamento delle scelte di portafoglio, destinando una piccola quota del grande risparmio raggiunti in termini di minori costi e maggiori rendimenti, a beneficio di progetti solidali. Il progetto che abbiamo deciso di chiamare “Rendimento solidale” si basa proprio su quel principio: a fine anno, tirate le somme di risparmi e rendimenti, individuare un progetto comune verso cui convogliare piccole donazioni. Somme limitate che in molti casi sono un grande aiuto per piccole comunità o associazioni. Importante specificare che il compenso concordato con i clienti sin dal principio, a livello contrattuale, contiene già quella quota di liberalità che ognuno si impegnerà a versare. Senza obblighi, solamente in base alla sua sensibilità.
Crede che lo stile possa essere utilizzato come uno strumento di comunicazione non verbale? Se sì, in che modo lo applica nel suo lavoro?
Credo che la sobrietà dei comportamenti, la pazienza e la tranquillità, la volontà di spendere qualche momento in più per spiegare, approfondire, chiarire nel miglior modo possibile tutte le tematiche complesse riguardanti il nostro settore, debbano essere un elemento distintivo della nostra categoria. Sobrietà non significa distacco, freddezza. Anzi, costruire solide relazioni professionali che nel tempo intreccino anche il rapporto umano, la condivisione di momenti o riflessioni importanti, siano il modello più sano e profondo.
Una parola della finanza in modo semplice, come la spiegherebbe a un bambino?
Ne parlavamo proprio qualche giorno fa con i miei figli, di 9 e 11 anni, che mi chiedevano cosa fossero gli “interessi”. La mia spiegazione ha coinvolto anche il concetto di banca, di prestito e quindi di interesse. «Se aveste un amichetto che vi chiede 10 € in prestito perché deve comprare un gioco che gli piace, e vi dicesse che ve li ridarà tra 1 anno, cosa fareste?». Hanno risposto «Non so se glieli darei, perché magari tra così tanto tempo si dimenticherà o non potrà più ridarmeli!». Il concetto di tasso di interesse spiegato semplicemente è proprio questo: se presto una somma, rinunciando a poterla utilizzare e con il rischio che non mi verrà ridata, chiederò almeno che per quel tempo trascorso e per quel rischio mi venga riconosciuto un piccolo guadagno, un “interesse”. Vista più in grande, se una banca ha la funzione prima di tutto di essere la cassaforte dei risparmi di molte persone, potrà prestare parte di quelle somme a chi ne avrà bisogno per comprare una casa o un’automobile, e non ha a disposizione quelle somme importanti ma può rimborsarle un po’ per volta nei mesi e negli anni. La banca chiederà però un interesse sulle somme restituite, per ripagarsi del tempo trascorso e del rischio di non vedersi rimborsare.