Cinque moduli sulle basi della finanza personale, decine di città e oltre 1.000 delegate sindacali coinvolte. È il progetto della Banca d’Italia rivolto alle donne per aumentare i livelli di alfabetizzazione finanziaria. Perché l’educazione nei luoghi di lavoro è un primo passo per ridurre le disparità di genere in Italia.
Nel 2023, il punteggio complessivo di alfabetizzazione finanziaria tra la popolazione italiana è risultato pari a 10,6 su una scala da 0 a 20, con un divario di genere che penalizza le donne, il cui punteggio è inferiore di 0,4 punti rispetto a quello degli uomini. Per colmare questo divario, nasce il ciclo di incontri “Le donne contano…anche nel mondo del lavoro!”, un progetto di educazione finanziaria ideato dalla Banca d’Italia e realizzato in collaborazione con i dipartimenti delle politiche di genere e pari opportunità dei sindacati CGIL, CISL e UIL.
Il corso, suddiviso in cinque moduli, propone diverse lezioni sulle basi della finanza personale: pianificazione finanziaria, strumenti di pagamento alternativi al contante, home banking e sicurezza informatica, approccio prudente al debito, strumenti di investimento. L’iniziativa, già avviata in diverse città tra cui Ancona, L’Aquila, Trieste, Roma, toccherà nei prossimi mesi tutti i capoluoghi d’Italia, coinvolgendo oltre mille delegate sindacali. In una seconda fase, le delegate formeranno le lavoratrici nei luoghi di lavoro sugli stessi temi, utilizzando il materiale del corso e altri approfondimenti.
Le indagini condotte nel nostro Paese continuano a segnalare un forte bisogno di alfabetizzazione finanziaria da parte delle donne. Il divario è più ampio per chi possiede un basso livello di istruzione, per le studentesse e ancora di più per le casalinghe e le pensionate. A livello territoriale, il gap è maggiore al Sud. In questo senso, il percorso formativo “Le donne contano” punta ad accrescere le competenze finanziarie delle donne e favorire la partecipazione economica attiva e consapevole, anche nell’ottica di contrastare la violenza economica.
Oltre alle politiche di alfabetizzazione finanziaria, tuttavia, è necessario intervenire sul fronte del mercato del lavoro con politiche che riducano il divario occupazionale e le disparità salariali tra uomo e donna. Secondo il Global Gender Gap Report 2023 che analizza la parità di genere in 146 Paesi del mondo, l’Italia si colloca al 79esimo posto nella graduatoria generale, al 93esimo per tasso di occupazione femminile, al 107mo per reddito guadagnato e occupa l’80esima posizione per parità retributiva. «Le disparità salariali – si legge in un’analisi della Banca d’Italia – influiscono sull’accumulazione della ricchezza, alimentando differenze di genere nella capacità di resilienza economica, vale a dire la disponibilità di risorse alle quali attingere nel caso di shock reddituali o di altra natura».
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