Intervista alla professoressa Anna Quaranta, ideatrice del blog “Italiano della Finanza”, che spiega come sia cresciuto il suo progetto per soddisfare le esigenze di coloro che cercano di padroneggiare il linguaggio finanziario, puntando a un pubblico non madrelingua.
Che connessione c’è tra lingua italiana e Finanza? Anna Quaranta, ideatrice del blog “Italiano della Finanza”, evidenzia come la lingua sia lo strumento per veicolare non solo concetti linguistici ma anche culturali, legati all’economia.
Quando e come nasce l’idea di questo blog e a chi è rivolto?
L’idea nasce a ottobre 2020, all’inizio della seconda ondata del Covid. Avevo accumulato una buona esperienza con varie tipologie di studenti, sia in presenza che online. Il mio lavoro si svolge prettamente online da marzo del 2020, e ho scelto di non tornare più in presenza, anche dopo la fine dell’emergenza sanitaria, e specializzarmi nelle tecniche di insegnamento e apprendimento a distanza -e in contesti professionali. L’idea di “Italiano per la finanza” è nata per le persone non di madrelingua italiana che hanno bisogno di praticare il linguaggio settoriale legato all’economia e alla finanza, spesso difficile da reperire sui tradizionali manuali di Italiano L2 o LS (Lingua Seconda o Lingua Straniera). Per esempio: persone che lavorano con l’italiano settoriale come traduttori e/o interpreti; persone appartenenti a corpi diplomatici; religiosi e religiose; persone che lavorano con aziende italiane; persone straniere con un progetto di vita in Italia. Se per alcuni, come diplomatici e religiosi, è importante conoscere lo scenario economico e finanziario dell’Italia per motivi diversi tra loro, ma che comunque sono legati all’importanza di capire la nostra società, per altri, come chi decide di venire in Italia per migliorare la propria condizione di vita, è importante sapere come muoversi quando devono aprire un conto corrente, usare il bancomat, domiciliare le bollette, prendere un prestito o un mutuo, aprire un piano di accumulo in fondi per risparmiare mensilmente, leggere una busta paga etc.
Pensa che questo blog possa essere utile anche per studenti italiani? In che modo?
In realtà le attività didattiche che creo sono mirate per non madrelingua italiani, non solo per un fatto linguistico, ma anche culturale (quando parlo ad esempio di espressioni colloquiali come “tenere i soldi sotto il materasso” o “investire nel mattone” mi piace raccontare le abitudini finanziarie degli italiani, che sono un fatto culturale prima ancora che linguistico). Non ho mai pensato che il blog possa essere utile agli studenti italiani, anche se in effetti ho avuto alcuni riscontri da parte di studenti universitari di economia e persone che vogliono semplicemente capirci di più di economia e finanza.
Italiano e Finanza sembrano due ambiti apparentemente lontani. Come si possono coniugare? In che modo la Finanza può essere inserita nella didattica italiana?
Intanto per un fatto linguistico. In ogni Paese è la lingua di quel Paese che veicola la cultura di un popolo, e rappresenta un fenomeno. Saper capire, saper rielaborare e saper trasformare i concetti economici e finanziari è fondamentale per la società. Penso a una persona che di lavoro fa consulenza finanziaria (che è stato il mio mestiere per molti anni in banca, prima di cambiare professione). È importante che sappia elaborare quanto sta accadendo nel portafoglio di un/una cliente e che lo faccia parlando la lingua della clientela, che ogni volta è diversa. Cambia in base all’età, al grado di istruzione e a quanto questo o questa cliente si tengano informati su temi di investimenti. Quindi chi fa il lavoro di consulente dovrà calibrare ogni volta la lingua con cui veicolare questi concetti. L’educazione finanziaria andrebbe inserita dalle scuole medie e non per concetti astratti, creando dei veri e propri compiti da svolgere, a partire dall’adolescenza. I soldi che i nonni mettono da parte per i nipoti, la paghetta settimanale, la possibilità di guadagnare soldi extra se si fanno piccole faccende in casa. Tutto questo può insegnare sin da un’età giovanissima l’importanza di
1) stabilire degli obiettivi di media o lunga scadenza (per esempio: voglio un nuovo videogioco)
2) accumulare soldi per metterli in pratica (dai soldi della paghetta di questo mese, ne metto un po’ da parte per il videogioco)
3) approcciarsi ai mezzi di pagamento digitali che ormai stanno prendendo sempre più piede.
E a questo proposito, i giovani hanno un valore didattico all’interno della famiglia: possono essere loro a spiegare a genitori e nonni come muoversi tra le app dei pagamenti digitali o il mobile banking (sappiamo che la generazione dei Boomer e anche la mia generazione, la X, sono un po’ refrattarie a questi cambiamenti).
Se dovesse pensare a un’immagine, quale sceglierebbe per descrivere la Finanza e perché?
Mi viene in mente l’acqua che scorre e che attraversa il mondo. La finanza è come l’acqua, permea tutte le nostre vite e ci permette di realizzare i nostri progetti e di crescere.
Quali sono i progetti futuri del suo blog?
Vorrei collaborare con gli insegnanti di italiano come L2 e LS che a volte non affrontano temi di economia e finanza con gli studenti perché non si sentono preparati. Mi piacerebbe essere di supporto sia nel reperimento di materiali che nella didattizzazione di questi materiali in base all’obiettivo di apprendimento e al livello dello studente. Sul fronte delle collaborazioni, mi piacerebbe essere coinvolta da progetti di educazione linguistico-finanziaria per coloro che scelgono di vivere in Italia.
Photo cover: iStock / Ljupco