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L’inflazione colpisce le famiglie italiane: come cambiano le abitudini di spesa

di Veronica Rossetti
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L’inflazione continua a mettere sotto pressione le famiglie italiane, riducendo il loro potere di acquisto e modificando in modo significativo le abitudini di consumo. 

 

L’analisi dei dati Istat evidenzia un aumento generalizzato della spesa, pari al 3,9% nel 2023 rispetto al 2022. L’inflazione non riguarda più solo i redditi più bassi, ma sta colpendo tutte le fasce sociali, con effetti che si riflettono in vari aspetti della vita quotidiana, dalle scelte alimentari alle spese energetiche.

E il potere di acquisto delle famiglie italiane è effettivamente diminuito dell’ 1,8 %. Questo significa che, sebbene le famiglie abbiano speso di più, in termini reali hanno acquistato meno, a causa dei rincari dei beni e dei servizi. L’incremento delle spese non è distribuito in modo omogeneo sul territorio nazionale. Le famiglie del Nord Italia hanno registrato un aumento maggiore della spesa: nel 2023, la spesa media mensile al Nord è aumentata di circa 297 euro, passando da 2.667 euro nel 2021 a 2.964 euro nel 2023, con un incremento del 3%. 

Questa tendenza è stata particolarmente marcata per quanto riguarda le spese per i trasporti che hanno visto un aumento delle tariffe, influenzando in modo significativo il budget familiare.

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Photo: Pexels / Markus Spiske

I cambiamenti nei modelli di consumo

L’aumento dei costi ha portato a un cambiamento nella priorità di spesa delle famiglie. Al Nord e al Centro, le famiglie hanno dovuto adattarsi all’aumento delle spese per i trasporti, mentre hanno ridotto i consumi di beni e servizi non essenziali, come mobili e articoli per la casa. 

Nel 2021, ad esempio, le famiglie del Nord avevano destinato circa 116,77 euro al mese per acquisti legati alla casa, una cifra che è scesa a 114,84 euro nel 2023. Un cambiamento simile si è verificato nel Centro e nel Sud, dove le spese per questo tipo di beni sono diminuite.

Il settore alimentare

Un altro settore che ha registrato una significativa trasformazione è quello alimentare. Le famiglie italiane, infatti, hanno ridotto la quantità e/o la qualità dei prodotti acquistati. 

Secondo le rilevazioni dell’Istat, nel 2023 il 31,5% delle famiglie ha dichiarato di aver modificato i propri consumi alimentari rispetto all’anno precedente, un dato in aumento rispetto al 29,5% registrato nel 2022. Questo riflette il tentativo di adattarsi all’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari, che ha colpito in particolare gli alimenti freschi e le carni.

Il peso delle spese energetiche

Un altro fattore che ha inciso fortemente sui bilanci familiari è stato l‘aumento dei costi energetici che ha pesato enormemente sulle famiglie italiane, sia in termini di bollette per la luce e il gas, che di carburante per i trasporti. 

Secondo un’indagine condotta dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, la spesa energetica media annuale per una famiglia italiana nel 2023 è stata di circa 4.000 euro. Di questa cifra, il 46% è stato destinato all’acquisto di carburanti, il 33% per il gas e il 22% per l’elettricità. Nonostante il calo dei costi unitari del gas rispetto al 2022, la spesa energetica complessiva per ogni famiglia è rimasta elevata. 

Un dato che ha suscitato preoccupazione è la previsione, da parte del Codacons, di un ulteriore rialzo delle tariffe, che potrebbe arrivare fino al +70% per la fine di quest’anno e l’inizio del 2024. In termini assoluti, ciò potrebbe tradursi in una spesa annua media di 2.942 euro per ogni nucleo familiare, segnando un incremento di 1.586 euro rispetto al 2021.

Differenze geografiche e impatti sul benessere

Un aspetto importante da considerare è che l’aumento delle spese non è uniforme in tutto il Paese. Le famiglie del Sud Italia, infatti, hanno visto un aumento minore delle spese rispetto al Nord, ma hanno comunque dovuto fare i conti con un rallentamento nel potere di acquisto. 

Inoltre, l’aumento delle bollette energetiche ha colpito in modo differente a seconda delle regioni: ad esempio, il consumo di gas pesa di più sui bilanci famigliari al Nord, dove l’uso del riscaldamento è maggiore rispetto a quelle del Sud.

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Photo: Pexels / Tima Miroshnichenko

Le previsioni 

Il quadro per il prossimo anno non appare particolarmente rassicurante. Sebbene vi sia la speranza che la riduzione rallenti, le previsioni indicano che l’impatto dell’aumento dei costi continuerà a farsi sentire, in particolare per le spese quotidiane e quelle energetiche. Le famiglie italiane si troveranno probabilmente a dover fare ulteriori sacrifici, adattandosi alle nuove priorità di spesa. 

La continua incognita legata alle tariffe energetiche e ai costi del carburante rende difficile fare previsioni precise ma è chiaro che la dinamica inflazionistica rimarrà un fattore cruciale che influenzerà le decisioni economiche delle famiglie nel breve e medio periodo. Sarà importante che le politiche economiche future, a livello nazionale e locale, siano in grado di affrontare queste sfide e sostenere le persone più vulnerabili.

Veronica Rossetti

Photo cover: Pixabay

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