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Giuseppe Gambacorta: «Il vero rischio in finanza è non affidarsi a un consulente»

di Giorgio Pirani
Giuseppe Gambacorta esplora le sfide e opportunità future del settore finanziario, tra cui l’importanza di un’immagine professionale che superi lo “Halo effect”.

 

Un imprenditore che ha iniziato a 23 anni e che ha fatto strada fino a diventare coordinatore nazionale dell’Associazione nazionale consulenti finanziari (Anasf) Giovani. Giuseppe Gambacorta ci spiega come ha iniziato e offre consigli ai giovani consulenti pronti a entrare nel mondo del lavoro.

Perché è diventato un consulente finanziario?

Mi sono avvicinato alla professione grazie a una mia compagna di studi, figlia di due consulenti finanziari. La professione mi incuriosì al punto da lasciare gli studi di Fisica presso l’Università di Catania e intraprendere il percorso per diventare consulente finanziario. Superato l’esame di abilitazione iniziai a cercare una società preponente che mi desse il mandato, poi trovai chi mi assunse e, a 23 anni, entrai nella società dove lavoro ancora oggi. 

Da coordinatore nazionale di Anasf Giovani, che consigli darebbe a una persona che sta considerando la sua carriera?

La strada migliore per intraprendere questa professione è entrare in un team di professionisti. Iniziare da soli era la norma agli albori della professione, ma oggi il mondo della consulenza è cambiato ed è possibile lavorare in team. Si impara prima e meglio dall’esperienza di chi è già un professionista affermato e lo si può fare con la serenità di avere sempre la supervisione operativa del team. Per fare una similitudine sportiva con il Giro d’Italia, lavorare da soli è come tirare la volata per tutta la gara: è sfiancante, molto meglio affrontare salite e tornanti in gruppo.

Come vede l’evoluzione del settore nei prossimi anni e quali cambiamenti pensa che influenzeranno maggiormente i nuovi consulenti finanziari?

Demografia e tecnologia saranno i due principali driver dell’evoluzione della professione. Dal punto di vista demografico nei prossimi dieci anni assisteremo al più grande passaggio generazionale di ricchezza dai baby-boomer e dalla silent-generation a favore di Millennial e della Generazione X. In Italia saranno 30 milioni i cittadini che nei prossimi anni saranno protagonisti di questo epocale trasferimento di ricchezza, che a oggi è stimato in 68 mila miliardi di dollari a livello globale per i soli membri della generazione X e Millennial. Insieme a questa opportunità le nuove tecnologie agevoleranno il lavoro del consulente finanziario. Anasf, che considera la formazione di qualità un valore imprescindibile, si è da subito attivata per formare quanti più associati sui temi dell’intelligenza artificiale (AI) promuovendo un corso ad hoc in collaborazione con l’azienda Talent Garden.

Photo: Fauxels / Pexels

L’immagine personale e lo stile influenzano la percezione e il successo di un consulente?

Il modo in cui ci presentiamo è il nostro biglietto da visita. Nella letteratura di settore sono presenti corposi studi scientifici su un bias psicologico chiamato “Halo Effect” per cui la prima impressione è influenzata da uno o più tratti di un individuo o un oggetto. Per sintetizzare, l’abito non fa il monaco ma il monaco lo si riconosce dall’abito. Definisco lo stile come l’impronta di ciò che si è in ciò che si fa; ogni consulente finanziario ha il suo ed è connaturato al concetto di comunicazione. Saper comunicare è una delle competenze che ogni consulente finanziario deve sviluppare. Citando l’intellettuale francese Jean Cocteau: «Avere stile è un modo semplice per dire cose complicate».

Quali sono gli eventi la interessano maggiormente?

Durante l’anno ci sono decine di eventi finanziari interessanti e di qualità in tutta Italia. Quelli che considero imperdibili per un consulente finanziario sono “ConsulenTia” a Roma, che pochi mesi fa ha festeggiato la sua XI edizione con il record di partecipanti sia in presenza che in streaming, il Salone del Risparmio a Milano e l’Efpa Meeting a Firenze. Segnalerei inoltre il Festival dell’Economia a Trento e il WOBI (World Business Forum).

Una parola della Finanza in modo semplice, come la spiegherebbe a un bambino?

In finanza si sente spesso parlare di rischio e di come il rischio sia il grande spauracchio dei risparmiatori. Ma l’unico vero rischio per un risparmiatore è quello di non investire e perdere il potere d’acquisto del risparmio accantonato. È possibile invece controllare il rischio diversificando i propri investimenti e agendo su un lungo orizzonte temporale. Sembrano concetti facili ma è importante spiegare ai giovani che la figura del consulente finanziario è una guida, un coach che aiuta a rispettare il percorso intrapreso per la gestione dei risparmi.  Le differenze si vedono: i risparmiatori che si affidano fin da subito a un consulente finanziario alla soglia della pensione avranno un patrimonio superiore a coloro che percorrono tutta la propria vita lavorativa senza un coach finanziario. Il vero rischio in finanza è non affidarsi ad un consulente finanziario.

Giorgio Pirani

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