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Gabriella Maria Sarraco: «Ho portato la strategia del karate nella finanza»

di Katia Cedioli
COVER-Foto in ufficio GMS
Sarda di nascita e milanese d’adozione, Sarraco è una professionista con una pluriennale esperienza nelle arti marziali e nella finanza. Che non sono poi tanto diverse, come ci spiega in questa intervista.

Gabriella Maria Sarraco ha trascorso oltre trent’anni della sua vita dedicandosi al Karate, una parte fondamentale del suo percorso di crescita personale. Attraverso questa pratica, ha appreso le virtù della disciplina, della perseveranza e della determinazione, qualità che hanno plasmato il suo carattere e che ha portato con sé in ogni ambito della sua vita, persino nella finanza. Dopo aver completato gli studi universitari in Sardegna, infatti, Gabriella ha intrapreso la carriera nella consulenza finanziaria a Cagliari. La sua carriera nel settore finanziario è poi decollata, portandola nel 2012 a prendere una decisione cruciale: trasferirsi a Milano. Negli ultimi anni, Sarraco ha scoperto una nuova passione: la selezione e il coordinamento di consulenti finanziari e private banker per il Gruppo in cui lavora. Come spiega in questa intervista, ama condividere le competenze acquisite negli anni con i giovani, trasmettendo loro il suo sapere e la sua esperienza, ma trova altrettanto gratificante lavorare con colleghi più esperti, facilitando il loro operato e contribuendo alla realizzazione di piani di lavoro innovativi e collaborativi. Sarraco crede fermamente nell’importanza di un team coeso, dove ognuno possa mettere in gioco le proprie abilità per raggiungere obiettivi comuni.

Come si collega la sua esperienza nelle arti marziali con il mondo della finanza? 

Sin da giovanissima ho praticato il karate, e le abilità acquisite le ho trasferite con successo nella mia professione. Avere una strategia ben definita, ma sapersi adattare rapidamente ai cambiamenti, avere una solida disciplina, concentrazione e controllo emotivo sono fondamentali nella pratica delle arti marziali quanto nella consulenza finanziaria. Lavorare con i clienti con metodologia, pianificando per obiettivi, far sì che rimangano sempre razionali e coerenti con le decisioni prese, cogliendo le opportunità e adattandosi ai cambiamenti dei mercati, sono questi i punti fermi della mia attività. 

Ricerca, selezione, coordinamento: qual è la fase che più l’appassiona nel suo ruolo di trainer e partner manager per consulenti finanziari e private banker?

È veramente difficile poterlo dire. Da una parte è entusiasmante la componente di facilitazione e sensibilizzazione che sperimento tutti i giorni con i consulenti e i private banker che coordino in un team manageriale. Sapere che grazie al mio lavoro possono realizzare obiettivi che da soli non riuscirebbero a raggiungere o magari riuscirebbero solo in parte, è davvero un motivo di orgoglio personale e di grande soddisfazione professionale. La selezione invece è la linfa, la nuova linfa di cui ho bisogno. Lavorare con sempre più professionisti vuol dire apprendere da loro, avvantaggiarsi della loro esperienza perché ogni nuovo collega è una donna o un uomo che ha una storia di vita e una storia professionale diversa dalla mia. È nuova linfa, come accennavo, da cui trarre nuove motivazioni e pormi nuove sfide. Quindi le due cose vanno di pari passo e sono un tutt’uno del mio modo di interpretare il ruolo manageriale, un unico progetto. 

Foto primo piano GMS

Guardando indietro alla sua carriera, c’è qualcosa che avrebbe fatto diversamente? Quali sono stati i momenti più formativi o gratificanti?

Ogni decisione di cambiamento e ogni nuova sfida intrapresa in ambito professionale è stata ponderata con i giusti tempi e con obiettivi ben precisi. Ho iniziato la professione nella mia città, Cagliari, e poi ho deciso di trasferirmi a Milano con intraprendenza e con l’obiettivo di crescere come donna e come professionista. Ho sempre avuto un obiettivo ben chiaro, poter diventare una manager. Fare prima la trainer e diventare poi partner manager sono state le tappe più gratificanti nel mio percorso di crescita professionale.

Crede che lo stile possa essere utilizzato come uno strumento di comunicazione non verbale? Se sì, in che modo lo applica nel suo lavoro?

Assolutamente sì: ognuno di noi viene caratterizzato dal suo stile, dove per stile voglio intendere il look, i comportamenti, i modi di gestire le relazioni. E questo accade nella nostra vita privata come in ambito professionale. Credo in uno stile semplice e diretto, nella comunicazione come negli atteggiamenti di tutti i giorni, con i colleghi, con i clienti e con i candidati. Così come nell’abbigliamento che sono solita indossare. Semplicità ecco, questa può essere davvero la parola chiave. E aggiungerei diretta, senza fronzoli. 

Una parola della Finanza in modo semplice, come la spiegherebbe a un bambino?

La parola in ambito finanziario che mi sta più a cuore è “risparmio”. Risparmiare è importante perché ti permette di mettere da parte i soldi per qualcosa di più grande che desideri in futuro. Risparmiare significa pianificare e gestire al meglio le proprie risorse in funzione dei propri obiettivi e progetti futuri.

 

Katia Cedioli

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