Su quali criteri si basano le banche quando devono concedere un finanziamento a un’impresa o un privato? A rispondere a questa domanda è Antonio Romani, esperto del settore.
Per chi richiede un finanziamento, impresa o privato che sia, uno dei requisiti fondamentali è poter restituire la somma nei tempi e nei modi previsti, in altre parole essere solvibile e affidabile agli occhi dell’istituto di credito. «Le banche quando concedono un prestito corrono il rischio di perdere la somma. Quindi, prima di concedere un finanziamento di qualsiasi tipo fanno indagini per capire se il richiedente sia affidabile e in grado di restituire la cifra in questione», spiega Antonio Romani, esperto di finanziamenti che da anni collabora con vari istituti di credito italiani.
Entrando nel dettaglio, i rischi che la banca può correre nel concedere un prestito possono essere di tre tipi: economico (la perdita delle somme), finanziario (quando la somma non viene restituita nei tempi previsti), di migrazione (quando un’azienda forte e solvibile diventa debole, peggiorando il proprio profilo di rischio, anche per via delle mutate condizioni di mercato). È per questi motivi, quindi, che la banca raccoglie informazioni e verifica attentamente che il richiedente possa restituire il prestito. Si parla anche di “ciclo del credito” che parte dalla raccolta informazioni e, passando per analisi della richiesta, concessione e gestione, arriva fino all’eventuale revisione del prestito.
Indagini e garanzie
«La banca per decidere se concedere o meno un finanziamento a un’azienda valuta l’affidabilità della persona che la dirige, la destinazione del finanziamento e la situazione dell’azienda in relazione al mercato di riferimento per capire se sarà in grado di restituire regolarmente quanto concesso. Ci sono elementi oggettivi che vengono presi in considerazione. Vengono analizzati i dati dell’azienda anche in prospettiva futura e si verifica che non ci siano segnalazioni contrastanti e/o gravose provenienti da fonti esterne. Poi la cifra da erogare si stabilisce in base alla capacità di far fronte al debito», sottolinea l’esperto.
Un altro elemento preso eventualmente in considerazione sono le garanzie che possono essere reali (cioè specifici beni o vincoli reali su beni), personali (soggetti che si impegnano a rispondere dell’obbligazione contratta dal garantito con il proprio patrimonio, alla stessa stregua del debitore principale) o date dai confidi (consorzi e cooperative di garanzia collettiva fidi), che svolgono un’attività di rilascio garanzie a sostegno dell’attività d’impresa.
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