Grazie alla conoscenza e all’esperienza, mantenere la calma e non farsi stressare dai mercati finanziari è assolutamente fattibile. Parola di un giovane professionista appassionato di finanza comportamentale.
Federico Bugani è un consulente finanziario indipendente con sede in Emilia Romagna. Ha un particolare interesse per quanto riguarda il tema della finanza comportamentale, tanto da aver redatto la sua tesi di laurea su questo argomento, come racconta in questa intervista.
Da dove nasce la passione per la finanza comportamentale?
Il motivo per cui ho deciso di concentrarmi su questo è molto facile! I danni che si possono fare dando ascolto al nostro cervello sono la parte più pericolosa per i nostri stessi risparmi ed investimenti. Entrando sempre più a fondo nella materia, mi sono reso conto che grosse crisi economiche, di carattere addirittura globale, come quella del 2008, sono in realtà scoppiate per motivi molto più di carattere psicologico che economico. D’altronde l’economia è una scienza sociale, e in quanto tale ciò che pensa la gente ha un peso molto più rilevante di ciò che ci si può immaginare.
Un esempio di come ha applicato i concetti della finanza comportamentale nella sua attività di consulenza?
Lo studio di questa materia mi ha aiutato molto: non credo di essere l’unico consulente che ha dovuto spiegare ad alcuni dei suoi clienti che si può vendere anche in perdita o che il portafoglio non va guardato ogni giorno. Proprio in questo caso vorrei collegarmi al famoso esempio che lo psicologo Daniel Kahneman Kaheneman usa nel suo libro “Pensieri Lenti e Veloci”. In questo esempio abbiamo due persone, chiamiamole A e B. Entrambi investono nello stesso modo e ottengono gli stessi rendimenti. Di fatto entrambi hanno iniziato ad investire un anno fa con una somma di 100mila euro e si ritrovano alla fine dell’anno con 105mila euro. Il problema? A è felice, B no. Questo accade perché A ha guardato il portafoglio solo alla fine dell’anno di investimento, mentre B lo guardava mensilmente e siccome il suo patrimonio era arrivato addirittura a 110mila euro, B non si sente felice di aver chiuso l’anno a più 5%, ma pensa di aver perso 5000 euro. Ovvio che questo sia un esempio estremamente semplificato, ma mi è assolutamente venuto in aiuto con quei clienti che guardavano il portafoglio quasi giornalmente e che non riuscivano bene a reggere le normali oscillazioni di mercato.
Come gestisce lo stress legato alle questioni finanziarie e quali sono le sue strategie per mantenere un benessere generale?
Legandomi al tema della finanza comportamentale, credo che essa, e lo studio più in generale siano la chiave per non risultare stressati e non farsi prendere dalle emozioni. Grazie alla conoscenza e all’esperienza, mantenere la calma e non farsi stressare dai mercati finanziari è assolutamente fattibile.
In che modo l’immagine personale e lo stile influenzano la percezione e il successo di un consulente?
Credo ovviamente che un’immagine professionale del consulente finanziario sia un dovere, anche perché, che ci piaccia o no, l’abito, alle volte, fa il monaco. Allo stesso tempo cerco di non dare troppa importanza a questi aspetti perché credo che le capacità, le competenze e la voglia di fare siano la cosa più importante per un consulente. Magari il portamento e l’immagine sono quelli che fanno presa sul cliente, ma le capacità empatiche e tecniche sono quelle che permetto al consulente di crescere e mantenere i clienti nel lungo temine.
Quali sono gli eventi che nel suo settore la interessano maggiormente?
Il mio settore è pieno di eventi, sia per quanto riguarda quelli che possono influenzare il mercato che per quanto riguarda meeting fisici sul territorio. Ai primi sono poco interessato perché non influenzano il modo in cui i miei clienti investono. Invece sono estremamente appassionato a tutti quegli eventi che permettono di incontrare persone e fare network. Ammettendo infine di essere di parte, al momento il tipo di evento che più preferisco è quando vado nelle scuole superiori a parlare di pensioni alle nuove generazioni. Informare chi ne ha più bisogno ed entrare in contatto con tanti giovani è un qualcosa che mi riempie di orgoglio e che voglio continuare a fare.
Una parola della Finanza in modo semplice, come la spiegherebbe a un bambino?
Direi che “diversificazione” è la parola che più preferisco. Se dovessi spiegare a un bambino cosa si intende userei un esempio con qualche giocattolo come possono essere delle macchinine. Se io avessi una sola macchinina giocattolo ed essa si rompesse rimarrei senza giochi, e questo mi renderebbe molto triste. Se invece riuscissi a comprare più macchinine e me ne si rompesse una allora non sarei troppo triste perché anche se con una macchinina in meno avrei la possibilità di continuare a giocare e divertirmi.