Una giovane professionista sottolinea l’importanza dell’adattamento e dell’aggiornamento costante di fronte all’evoluzione del mondo finanziario, puntando su competenze tecniche e una visione d’insieme.
Nata a Milano nel 1997 da genitori napoletani, si è trasferita a Roma all’età di 6 anni. Fin dall’infanzia ha coltivato una forte passione per il mondo della finanza, che l’ha spinta a intraprendere la carriera di private banker. Nonostante la giovane età, Federica Vitale ricopre già un ruolo di rilievo presso l’istituto di credito con cui collabora.
Quali focus sono importanti nell’aiutare i clienti a gestire il patrimonio?
Fino a poco tempo fa le persone avevano paura del cambiamento. Modificare le proprie abitudini, mettere in discussione le proprie convinzioni erano percepite come attività rischiose. Oggi, al contrario, è stare fermi che produce inquietudine: non evolvere, non cambiare, non aggiornarsi continuamente. Tenere ferme le proprie disponibilità equivale a rischiare di trovarsi impreparati di fronte ad eventi inaspettati. Il mondo progredisce ad una velocità che aumenta in maniera esponenziale, negli ultimi 20 anni abbiamo fatto più progressi tecnologici che non negli ultimi 200 anni e così via. Se immaginiamo i prossimi 20 ci renderemo conto di non poter esattamente prevedere l’output del progresso tecnologico al quale stiamo assistendo. Oggi la nostra capacità di fare le cose dal punto di vista tecnico-scientifico è di gran lunga superiore alla nostra capacità di prevedere gli effetti del nostro fare. Se a prima vista è un discorso che può sembrare lontano dalla finanza e dal mercato, chi è del settore sa quanto nell’età che stiamo vivendo questo inficerà il mondo finanziario. Reale e virtuale sono due realtà che vanno sempre più a coincidere tra loro. Se da una parte non possiamo prevedere il futuro, possiamo dall’altro cambiare insieme al mondo, rimanere nel processo ed adattarci in tempo ai nuovi contesti di mercato. Essere aggiornati e consapevoli di questo è fondamentale per fare un buon lavoro. Per un buon governo dei rischi attraverso l’impiego del proprio patrimonio sono necessarie quindi competenze tecniche, una visione d’insieme, un continuo aggiornamento e la capacità di saper cambiare ed adattarsi. I focus sono quindi questi, unitamente alla disponibilità del professionista di impegnarsi in un rapporto consulenziale di lunga durata. I clienti chiedono stabilità.
Quali sfide ha affrontato come consulente finanziaria donna e come le ha superate?
La declinazione di genere non è un tema che fa parte del mio background culturale, le principali sfide che ho affrontato e che continuo ad affrontare sono soprattutto con me stessa. Tutte riguardano il sistema valoriale e gli obiettivi di vita che mi prefiggo. Restringendo il campo, la finanza è una ambiente estremamente competitivo e meritocratico che premia il talento, la competenza e l’impegno. Il private banking come professione può somigliare a quella del medico di famiglia di una volta, sempre presente e attento alle esigenze dei suoi assistiti. Oggi non basta più: le esigenze che i clienti devono affrontare sono molteplici, il contesto storico richiede una grande capacità di sapersi adattare e la consulente finanziaria deve poter offrire anche un servizio e un network di relazioni professionali specialistiche a seconda dei momenti. Deve avere una preparazione completa e un contesto ben chiaro. Mi riferisco ad esempio alla consulenza assicurativa, a quella successoria o alla protezione del proprio patrimonio attraverso strutture più sofisticate. Alle giovani donne dico di non restare ferme, di avere inventiva, specializzarsi il più possibile e scegliere loro stesse le aziende e le persone dalle quali imparare perché farà la differenza. «Tutto è difficile prima di diventare facile» come diceva lo storico e teologo Thomas Fuller, quindi esercitarsi continuamente.
Che rapporto ha con la tecnologia e i canali social?
Faccio un distinguo. Per quanto riguarda la tecnologia essendo una nativa digitale sono sicuramente avvantaggiata, ma l’evoluzione digitale corre e dobbiamo restare al passo. Riprendendo il discorso di prima, l’intelligenza artificiale ha impattato notevolmente il settore finanziario, tanto che paradossalmente forme di consulenza vincenti solo pochi anni fa non sono più adatte ai tempi. Il rapporto dunque con la tecnologia è fondamentale per migliorare strategie, rimanere aggiornati, imparare ed esercitare correttamente la professione. Per quanto riguarda i social invece, le mie foto le fanno amici e famigliari o al massimo qualcuno dei miei amici fotografi con i quali ogni tanto mi diverto a scattare. Il profilo Instagram (che è l’unico social sul quale sono attiva) è lo stesso da quando mi sono iscritta, quindi dai miei 15/16 anni. Non ho un profilo dedicato alla Finanza, quantomeno non per ora, e nemmeno un profilo solo personale. Mi seguono clienti e amici indistintamente, prospect e non. Chiaramente pubblico riguardo la mia vita quindi si evince che lavoro faccio a grandi linee, ma fin ora non ho sentito l’esigenza e avuto il tempo di separare i due aspetti o incrementarne particolarmente uno. Credo che i social siano però un ottimo strumento di comunicazione che magari sfrutterò meglio in futuro secondo modalità consone, anche vista la scarsissima educazione finanziaria in Italia, ma fare l‘infuencer non è il mio lavoro.
Questa professione le consente un equilibrio tra vita lavorativa e tempo da dedicare a sé stessa?
La possibilità di poter gestire in totale autonomia il mio tempo è per me una condizione necessaria per poter fare le cose al meglio. La vita da libera professionista l’ho scelta anche per questo, vivo male la routine e ho bisogno di potermi muovere come meglio credo per performare bene, mantenere attive la curiosità e la passione che mi guidano. Imparare a gestire il tempo fuori dal lavoro infatti è fondamentale anche per la performance del lavoro stesso. Bisogna assumersi la responsabilità della propria vita e lavorare su tutti i campi ai quali si è interessati, dalla testa al corpo fisico, dall’alimentazione, al lavoro, agli affetti. Il mindset è fondamentale. Non potrei seguire le persone che seguo se non lavorassi per prima su me stessa e applicassi gli stessi principi alla mia vita.
Un concetto del mondo della finanza come se dovesse raccontarlo a un bambino?
Il PAC (piano di accumulo del capitale) è come un gioco nel quale metti i tuoi soldi al sicuro e permetti loro di crescere nel tempo. Immagina di avere una scatola magica, un salvadanaio magico, dove puoi mettere i tuoi risparmi per farli aumentare sempre di più con l’aiuto di una speciale formula magica chiamata “interesse composto”. Il nostro obiettivo con questo gioco è far sì che i soldi che abbiamo risparmiato crescano, anche quando non li stiamo usando. L’interesse composto magico fa sì che i nostri soldi generino sempre più soldi man mano che il tempo passa, come una palla di neve che rotola giù da una montagna e diventa sempre più grande. Un altro aspetto importante è che, quando vorrai prelevare i tuoi soldi dalla scatola magica, non dovrai pagare alcuna tassa o commissione. In questo modo, puoi usare tutti i tuoi risparmi senza dover dare indietro una parte a nessuno. Se avrai costanza questa ti premierà sia nei momenti difficili che in quelli facili in quanto se metti i soldi in un periodo brutto i tuoi soldi varranno di più, se li metti in un periodo bello ne genereranno altri e quando sarai grande non saprai nemmeno tu come sia stato possibile che quei pochi soldi che hai versato nel tempo siano diventati una somma così cospicua.
Se dovesse consigliare uno strumento finanziario vincente per cominciare ad approcciare al mondo della finanza da giovani, cosa consiglierebbe?
In assenza di ingenti capitali, consiglierei di cominciare a sfruttare l’interesse composto con un PAC, appunto, o di guardare al futuro con un fondo pensione complementare per i vantaggi fiscali. A quelli con maggiori disponibilità consiglio di affidarsi a una professionista valida.