Dalla sua carriera in banca all’approccio innovativo nella consulenza finanziaria, un professionista con sede a Macerata ci racconta come l’integrità e la dedizione abbiano trasformato le sfide in opportunità, creando relazioni autentiche e guidando team verso il successo.
Group Manager Fineco da 18 anni, oggi alla guida di 29 colleghi e colleghe. Per Enzo Valente Pietrosanto il successo professionale è strettamente legato alla capacità di costruire relazioni di fiducia. Il suo approccio unisce ascolto attivo, valorizzazione dei talenti e una leadership etica che ispira colleghi e clienti. In questa intervista, racconta come la passione e il coraggio di innovare siano stati i pilastri della sua crescita professionale, aprendo nuove strade nel panorama della consulenza finanziaria.
Come ha iniziato il suo percorso nel settore finanziario e quali tappe fondamentali ritiene siano state cruciali per arrivare a gestire un team così importante?
Il mio percorso nel settore finanziario è iniziato in banca, dove ho avuto l’opportunità di conoscere basi di competenze tecniche e relazionali. Ho capito che ero bravo ad ascoltare le persone e guidarle, nei limiti dell’epoca, verso soluzioni coerenti con la loro natura. Il passaggio alla consulenza finanziaria è stato motivato da una profonda convinzione: la possibilità di operare in un contesto più indipendente, che mi permettesse di mettere al centro gli interessi dei clienti senza i vincoli tipici di una struttura bancaria. Questo cambiamento mi ha dato la libertà di costruire relazioni di fiducia più autentiche e di offrire consulenze realmente su misura, un aspetto che ritengo cruciale per chi, come me, considera la gestione del patrimonio una responsabilità anche etica.
Come ha vissuto questa transizione?
La transizione non è stata priva di sfide: uscire da una zona di comfort strutturata e ben definita richiede coraggio e determinazione. Il passaggio, non facile, ha scoperto nel mio modo di essere nuove potenzialità, come la capacità di leadership e di visione strategica, che oggi mi permettono di gestire un team di consulenti finanziari altamente qualificati. Lavorare con loro e per loro è uno degli aspetti più gratificanti del mio ruolo: la condivisione degli obiettivi e il supporto reciproco sono i pilastri su cui si basa il nostro successo collettivo. La chiave di tutto è stata la passione: per questo lavoro, per l’innovazione, e soprattutto per le persone, siano esse i clienti o i colleghi. È questa passione che mi motiva ogni giorno e che mi spinge a cercare sempre nuove opportunità di crescita e miglioramento.
Qual è stata la sua filosofia di leadership per costruire team di successo?
La mia filosofia di leadership si basa su tre pilastri fondamentali: ascolto, valorizzazione del talento e visione condivisa. Credo fermamente che un leader debba essere innanzitutto un buon ascoltatore: comprendere le ambizioni, le esigenze e anche le difficoltà dei propri collaboratori è il primo passo per costruire un team coeso e motivato. Il secondo elemento è la valorizzazione del talento. Ogni persona ha competenze e qualità uniche, e il mio ruolo come leader è aiutare ciascun membro del team a riconoscerle, svilupparle e utilizzarle al massimo del loro potenziale. Credo comunque che il successo collettivo nasca dall’eccellenza individuale. Infine, una visione condivisa è cruciale. Un team funziona bene quando ogni membro sa dove andare e perché. Comunicare obiettivi chiari e creare un senso di appartenenza sono elementi fondamentali per generare energia e motivazione. Cerco di essere un esempio concreto di coerenza e integrità, affinché le mie azioni siano allineate ai valori che trasmetto.
Albert Einstein parlava di «essere una persona di valore» piuttosto che «di successo». Cosa significa essere una persona di valore nella sua professione?
Per me, essere una persona di valore nella mia professione significa agire con integrità ed autenticità. Nel mio ruolo, non si tratta solo di raggiungere obiettivi economici o professionali, ma di lasciare un impatto positivo e duraturo nelle vite delle persone che assisto. Essere di valore significa costruire relazioni basate sulla fiducia e sul rispetto reciproco. Una persona di valore non si limita a “fare bene il proprio lavoro”, ma si impegna a fare la differenza: aiutare le persone a realizzare i propri obiettivi finanziari, proteggere il loro patrimonio e accompagnarle nei momenti cruciali della loro vita. Questo richiede non solo competenze tecniche, ma anche empatia, capacità di ascolto e un forte senso etico. Agendo in questo modo, con disciplina e costanza, il successo è una conseguenza naturale.
Nel suo profilo Linkedin scrive che sta pianificando un’espansione ambiziosa nei prossimi tre anni, cioè costruire un gruppo di 40 consulenti finanziari e gestire 1,5 miliardi di euro di patrimonio. Chi è la figura ideale per aiutarla a raggiungere questi obiettivi?
La qualità più importante che cerco per supportare la nostra espansione nei prossimi tre anni è la capacità di costruire relazioni autentiche basate sulla fiducia. In un settore così competitivo, le competenze tecniche e la conoscenza dei mercati sono fondamentali, ma è la capacità di instaurare rapporti duraturi e significativi con i clienti che fa davvero la differenza. Un consulente finanziario di successo deve essere empatico, ascoltare attentamente le esigenze del cliente e saper tradurre queste esigenze in soluzioni personalizzate. Allo stesso tempo, deve essere aperto al cambiamento, pronto ad adattarsi a un contesto in costante evoluzione. L’ambizione della nostra espansione richiede professionisti che abbiano una visione strategica, ma che non perdano mai di vista l’importanza dell’attenzione al dettaglio. Cerco persone con un forte senso etico, che condividano i valori su cui si basa la nostra azienda: integrità, trasparenza e passione per ciò che facciamo.

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In che modo la sua famiglia ha influenzato la sua carriera e il suo approccio alle sfide professionali?
Il passaggio da bancario è avvenuto quando la mia primogenita Giulia aveva 1 anno, e Michele sarebbe arrivato solo 4 anni dopo. Ora hanno 30 e 25 anni. L’idea che con il mio lavoro potessi permettere loro di realizzare i propri sogni, in termini scolastici e poi professionali, mi ha spinto da sempre a dare il massimo. Di riflesso, ma non in secondo piano, spero di avere trasmesso con il mio esempio, più che con le parole, che con il duro lavoro, la costanza e la passione si viene spesso ripagati dalla vita.
Potrebbe spiegare il concetto di “passaggio generazionale” come se lo spiegasse a un bambino?
Immagina di avere una scatola piena di costruzioni colorate. Tu hai passato tanto tempo a costruire qualcosa di bello con quelle costruzioni, magari un castello o una città. Ma a un certo punto, vuoi che qualcun altro continui a costruirci sopra o si prenda cura di quello che hai fatto.
Il passaggio generazionale è come passare quella scatola a un amico o a un fratello più piccolo, spiegandogli come l’hai usata e cosa hai costruito. Gli dici anche perché è importante continuare a costruire, ma gli lasci la libertà di aggiungere nuove costruzioni o fare miglioramenti. Nella vita reale, le costruzioni potrebbero essere un’azienda, una casa, dei soldi o semplicemente delle tradizioni di famiglia. Le persone più grandi, come i genitori o i nonni, decidono di passare tutto questo ai loro figli o nipoti, così che possano continuare a usarli e a prendersene cura. È un modo per fare sì che quello che è stato costruito non vada perso e continui a crescere.