Il Paese scandinavo ha un tasso di alfabetizzazione finanziaria tra i più alti al mondo, merito di un sistema scolastico che forma i cittadini fin da piccoli. In Europa sono promossi anche Paesi Bassi, Slovenia e Svezia. L’Italia registra qualche miglioramento rispetto al 2020, ma c’è ancora molta strada da fare
Gestione del bilancio personale, risparmi, prestiti, diritti dei consumatori, funzionamento delle banche. Nelle scuole della Danimarca, l’educazione finanziaria è materia di insegnamento obbligatoria per tutti gli studenti di età compresa tra i 13 e i 15 anni. Non a caso, nel Paese scandinavo si registra un tasso di alfabetizzazione finanziaria del 71%, uno tra i più alti al mondo. La media a livello globale è del 33%.
A riconoscere la Danimarca come esempio virtuoso, insieme a Singapore e Nuova Zelanda, è l’ultimo rapporto del World Economic Forum (WEF) “Longevity Economy Principles: The Foundation for a Financially Resilient Future” che fa riferimento ai dati contenuti nello studio di Standard & Poor’s Ratings Services, realizzato in 140 Paesi valutando la conoscenza di base, tra la popolazione, di quattro concetti fondamentali: tassi di interesse, capitalizzazione degli interessi, inflazione e diversificazione del rischio. Il rapporto del WEF evidenzia come la Danimarca sia attenta a rendere i cittadini consapevoli e resilienti, grazie ad un piano di studi mirato. Tra le attività proposte agli studenti, la Danish Money Week, un’intera settimana dedicata ad approfondire temi finanziari, attraverso incontri con esperti del settore, con il supporto di materiali didattici e digitali. Ogni anno, coinvolge complessivamente 20.000 ragazzi e 700 scuole.
Se la scarsa educazione su questi temi può portare a decisioni finanziarie rischiose e ad una disuguaglianza nell’accesso alle risorse, con un impatto significativo sui gruppi più vulnerabili, la Danimarca sembra essere un modello positivo da seguire. Lo conferma un sondaggio Eurobarometro, pubblicato nel 2023, che all’interno dell’Unione Europea promuove anche Paesi Bassi, Svezia e Slovenia.
Nel panorama europeo, l’Italia ha ancora molta strada fare. Secondo l’ultima indagine condotta dalla Banca d’Italia, il punteggio complessivo di alfabetizzazione finanziaria tra la popolazione è pari a 10.6 su una scala da 0 a 20. Rispetto al 2020, migliorano la gestione delle risorse finanziarie e l’orientamento dei cittadini al risparmio, ma diminuiscono le conoscenze sui concetti generali. Il livello di alfabetizzazione sui temi finanziari rimane sotto la media europea, con un divario di genere che penalizza le donne. Nonostante gli strumenti messi a disposizione di dirigenti scolastici e docenti e le recenti iniziative legislative, in Italia l’educazione finanziaria non è ancora presente nei programmi scolastici come materia obbligatoria.
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