La formazione finanziaria è diventata cruciale nell’odierna società complessa, dove le decisioni economiche permeano ogni aspetto della vita quotidiana. La professoressa Doriana Cucinelli offre la sua prospettiva su come l’Italia stia affrontando questa sfida.
Secondo i dati OCSE, l’Italia si posiziona notevolmente al di sotto della media dei Paesi sviluppati sia in termini di conoscenze sia di comportamenti finanziari, anche se nel 2023 il livello è leggermente aumentato (da 10,2 nel 2020 a 10,6 su una scala da 0 a 20). L’unico aspetto in cui siamo più virtuosi è la bassa dipendenza dal debito. Alla luce di ciò diviene urgente per il nostro Paese fare progressi nell’ambito dell’educazione finanziaria, come spiega Doriana Cucinelli, professoressa associata di Intermediari e Mercati Finanziari presso l’Università di Parma.
Qual è l’importanza dell’educazione finanziaria nelle scuole italiane e quali iniziative sono state intraprese?
Oggi avere adeguate competenze finanziarie è assolutamente importante al fine di essere in grado di compiere scelte consapevoli, dalle più semplici (come scegliere lo strumento di pagamento più adeguato), alle più complesse (per esempio scegliere il mutuo che fa al caso nostro o il fondo pensione più adatto alle nostre esigenze). Competenze finanziarie più elevate consentono di prendere decisioni più consapevoli, proteggendosi dagli impatti di una crisi simile a quella che abbiamo vissuto dieci anni fa e contribuendo a ridurre le disuguaglianze. Tra l’altro, l’importanza dell’educazione finanziaria recentemente è aumentata ulteriormente per diverse ragioni: in primo luogo, i cambiamenti nei sistemi di welfare e l’allungamento dell’aspettativa di vita hanno posto di fronte alle persone decisioni complesse, come l’adesione a fondi pensione privati. Poi l’ampia varietà di prodotti finanziari disponibili, alcuni dei quali molto sofisticati. Infine il lungo periodo di politica monetaria espansiva e tassi di interessi bassi ha spinto i risparmiatori a cercare rendimenti più elevati investendo in strumenti più complessi da valutare. Nel corso degli ultimi anni infatti il numero delle iniziative sia private sia pubbliche di educazione finanziaria si sono moltiplicate. Molte di queste sono indirizzate proprio ai più giovani, i quali rappresentano, assieme a donne, anziani e migranti, i soggetti più deboli dal punto di vista delle competenze finanziarie. Dal 2017 è stato istituito il Comitato per la pianificazione e l’organizzazione delle iniziative di alfabetizzazione finanziaria, che mira a favorire e coordinare programmi che possano aumentare la comprensione e le abilità della popolazione in materia di finanza, assicurazione e previdenza, con l’obiettivo di potenziare la capacità di prendere decisioni congrue rispetto agli obiettivi e alle circostanze individuali. Inoltre, nel 2018 è stato istituito Ottobre EduFin, cioè il mese dell’educazione finanziaria dedicato a iniziative volte a sensibilizzare la popolazione alle tematiche di economia e finanza. Tutte queste iniziative hanno come principale obiettivo proprio quello di migliorare le competenze finanziarie della popolazione.
Quali sono le sfide principali che ostacolano il miglioramento delle competenze finanziarie in Italia e quali azioni possono essere intraprese a livello governativo, istituzionale e individuale per affrontarle?
Nel corso degli ultimi anni, come accennato, il numero delle iniziative e dei programmi di educazione finanziaria è aumentato significativamente. Non sempre però questi programmi hanno portato ad un effettivo miglioramento delle competenze finanziarie dei partecipanti. I motivi possono essere generalmente ricercati nella modalità di progettazione di queste iniziative, le quali talvolta non hanno tenuto conto di alcuni aspetti chiave per la riuscita del progetto. Come più volte sottolineato dalla letteratura sul tema, è fondamentale che tali progetti siano impostati in modo da perseguire obiettivi comuni e specifici, siano erogati a livello locale attraverso l’individuazione di un target ben preciso di fruitori e delle loro esigenze, siano pianificati nel lungo termine e che i docenti e formatori siano opportunamente formati. Come evidenziato da numerosi studi in materia, la strategia one-size-fits-all non è vincente quando si parla di educazione finanziaria, in quanto la cultura finanziaria degli individui è molto diversa sia tra aree geografiche sia tra gruppi di persone. Nel nostro Paese, quindi, dal 2018 il Comitato ha definito una strategia di lungo termine e ha fornito le linee guida per la corretta definizione, strutturazione ed erogazione delle iniziative di educazione finanziaria. Negli ultimi anni i soggetti erogatori di tali programmi hanno iniziato a porre maggiore attenzione sia alla progettazione sia al monitoraggio dei risultati ottenuti.
Quali sono le pratiche che le persone possono intraprendere per migliorare la propria conoscenza finanziaria e assumere un maggiore controllo sulla gestione delle proprie finanze personali e familiari?
È importante seguire corsi, o anche podcast, leggere e documentarsi attraverso gli strumenti erogati da soggetti competenti e riconosciuti del settore. Esistono tante opzioni diverse che consentono di aumentare le proprie conoscenze finanziarie. È importante però affidarsi a programmi che hanno come obiettivo quello di aumentare le conoscenze di base e diffidare da chi promette di ottenere ingenti profitti da investimenti dopo aver seguito il corso. L’obiettivo qui è quello di apprendere le nozioni di base per poter comprendere meglio come effettuare le proprie scelte finanziarie, e non diventare esperti di finanza. Per esempio, presso il Dipartimento di Scienze economiche e aziendali dell’Università di Parma è da ormai qualche anno che con alcuni colleghi eroghiamo un Laboratorio di finanza personale rivolto agli studenti che non sono iscritti a corsi di studio di economia. L’obiettivo del Laboratorio è proprio quello di consentire agli studenti di altri corsi di laurea di apprendere le conoscenze finanziarie di base per compiere scelte nel quotidiano in modo consapevole.
Qualche esempio per la vita quotidiana?
Per migliorare la gestione delle proprie finanze giorno dopo giorno, il primo passo è quello di iniziare a tener traccia delle proprie entrate e le proprie uscite. Il Consumer Financial Protection Bureau ha identificato il controllo delle proprie finanze come il primo passo per poter raggiungere il benessere finanziario, cioè lo stato in cui un individuo è in grado di far fronte ai suoi obblighi finanziari correnti, si sente sicuro del proprio futuro finanziario, può fare scelte che permettano di godere della propria vita e si sente nella giusta direzione per raggiungere i propri obiettivi. Annotare giorno dopo giorno le entrate e le uscite è un esercizio semplice che ci consente di acquisire consapevolezza dei nostri comportamenti finanziari e ci permette nel medio termine di comprendere la nostra capacità di risparmio, consentendoci anche di raggiungere con più facilità i nostri obiettivi finanziari di medio-lungo termine. Solo dopo aver sotto controllo le nostre finanze è possibile pensare concretamente al risparmio, agli obiettivi finanziari di medio-lungo periodo e alle strategie da intraprendere per raggiungerli.
Quali azioni posso essere intraprese per colmare il divario di genere in ambito di alfabetizzazione finanziaria ed economica?
Il divario di genere in ambito di competenze finanziarie è ancora alto nel nostro Paese. Inoltre, l’Italia è l’unico Paese tra quelli OCSE a mostrare un divario di genere anche tra gli adolescenti. Questo dato è alquanto allarmante. I motivi alla base sono molteplici. Tra gli altri, la letteratura ha individuato la scarsa propensione delle donne a interessarsi di temi economici e finanziari, delegando a compagni, mariti o padri le scelte finanziarie. Generalmente le donne ritengono tali argomenti complessi, noiosi e più adatti agli uomini, e ciò negli anni ha fatto sì che gli uomini acquisissero competenze finanziarie derivanti anche dalla maggiore confidenza con gli strumenti finanziari e le scelte finanziarie. Ma oggi queste competenze sono fondamentali per un maggiore empowerment e una maggiore indipendenza della donna. Per questo motivo, esistono numerosi programmi di educazione finanziaria indirizzati a un target femminile che si pongono l’obiettivo di rendere consapevoli le donne dell’importanza delle competenze finanziarie e della capacità di compiere scelte finanziarie in modo indipendente. Tuttavia, tali iniziative non sono sufficienti. Serve che ci sia una volontà da parte delle donne di colmare tale divario: ci deve essere dunque un atteggiamento proattivo da parte delle donne. È ormai consolidato il fatto che per una riduzione delle disparità di genere (reddito, posizioni lavorative) è indispensabile ridurre le disparita in materia di conoscenze finanziarie.
Come si può agire?
In ottica di riduzione del gender gap è fondamentale anche agire sulle generazioni future. Le quindicenni evidenziano un livello di competenze finanziarie inferiore a quello dei loro coetanei maschi. Ancora oggi, le ragazze sono meno interessate alla matematica, all’economia e alle materie quantitative. L’educazione finanziaria deve partire, ancor prima che nelle scuole, all’interno delle mura della propria casa. Educare le ragazze alla finanza è fondamentale per aiutarle a essere indipendenti nel futuro. La ricerca individua tre principali fattori che influenzano tale divario tra ragazze e ragazzi: l’impatto della famiglia e in particolare quello delle madri, il contesto socio-culturale e il retaggio storico. È quindi di estrema importanza muoversi prima di tutto su questi fattori affinché poi anche i percorsi di educazione finanziaria possano avere successo.