C’è un gender gap anche nell’indebitamento: le donne indebitate hanno un passivo medio inferiore e tendono a contrarre meno debiti, soprattutto a causa di stipendi mediamente più bassi e di una maggiore difficoltà di accesso al credito.
Le diseguaglianze di genere in termini di stipendio e partecipazione al mercato del lavoro si riflettono anche nell’accesso al credito e nella propensione all’indebitamento. Mediamente, infatti, le donne tendono a contrarre meno debiti degli uomini. Il 37% delle donne in condizione di sovraindebitamento ha tre o più debiti contro il 43% degli uomini indebitati, e maturano un passivo inferiore, oltre 3mila euro più basso. Sono alcuni dei risultati dell’Osservatorio sull’indebitamento femminile di Bravo – fintech che opera nell’ambito della gestione e liquidazione dei debiti privati – che ha recentemente condotto un’indagine sul tema, intervistando oltre 9 mila persone.
Secondo la ricerca il gender gap del debito risulta legato e conseguente al gender gap nelle retribuzioni tra uomini e donne. Più di una donna su quattro, infatti, guadagna meno di mille euro al mese. Fra queste, circa il 20% guadagna fra 500 e mille euro, una percentuale che fra i debitori scende al 7,7%. In questo contesto, emerge con forza anche l’importanza di una corretta educazione finanziaria che permetterebbe una migliore conoscenza e consapevolezza degli strumenti finanziari e del loro utilizzo.
La disparità si accentua ulteriormente quando si analizzano i redditi più elevati. Solo il 23,7% delle donne indebitate guadagna tra 1.500 e 2.500 euro al mese, contro il 45,8% degli uomini. Inoltre, l’8,6% delle donne indebitate è disoccupata, quasi il doppio rispetto al 3,9% maschile.
La maggior parte di chi si indebita ha un contratto di lavoro
I prestiti personali sono causa della contrazione di debiti nel 75,9% dei casi, ma sono frequenti anche le carte revolving, indicate dal 15,3% delle intervistate. Carta di credito e fido bancario, invece, sono menzionate rispettivamente dal 5,2% e dal 2,3% delle donne sovraindebitate. Questa suddivisione riflette la varietà di strumenti finanziari utilizzati dalle persone per far fronte alle esigenze di liquidità immediata, ma sottolinea anche la necessità di una gestione finanziaria oculata per evitare l’accumulo di debiti.
L’Osservatorio evidenzia anche altre tendenze, tracciandone una panoramica a livello nazionale: l’84% delle indebitate ha più di 40 anni, e 1 su 3 ha un’età compresa tra 50 e 59 anni. Sorprende che il 65,2% del campione femminile analizzato ha un contratto a tempo indeterminato, un dato inferiore se comparato al 71,7% del genere maschile, ma che conferma la propensione a richiedere prestiti quando si può contare su una stabilità lavorativa.
Come si arriva al sovraindebitamento e come uscirne
Per quanto riguarda il sovraindebitamento, in media il passivo femminile è di 22.600 euro, e oltre 6 donne su 10 si ritrovano a gestire uno o due debiti. Al crescere delle posizioni da saldare, invece, la dinamica si inverte: il 20,5% ha tre prestiti da restituire, il 10% ne ha quattro, il 6,9% ha maturato cinque o più debiti – vale a dire tra il 1,2% e il 2,7% in meno degli uomini. In Lombardia, Lazio e Piemonte il maggior tasso di donne indebitate.
«La difficoltà a collocarsi tra le fasce di reddito più alte e trovare un’occupazione stabile ha reso le donne meno inclini all’indebitamento rispetto agli uomini. Da un lato la difficoltà finanziaria non permette loro di avere garanzie e chiedere prestiti, dall’altro sempre più donne contraggono prestiti personali che faticano a restituire», spiega nella nota stampa Cristina Cervantes, Co-Country Manager di Bravo in Italia.
«L’aumento del costo della vita rende, di conseguenza, le donne particolarmente vulnerabili, soprattutto se non possono contare su una rete di supporto o se hanno persone a carico. È fondamentale intervenire per prevenire e affrontare il problema del sovraindebitamento, promuovendo l’educazione finanziaria e una maggiore consapevolezza nella gestione delle finanze personali, fornendo supporto finanziario, educativo e professionale per ridurre il divario di genere nel mercato del lavoro e nell’accesso al credito», aggiunge.
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