Un Senior private banker condivide la sua lunga esperienza nel mondo della Finanza, svelando i valori fondamentali e i punti di forza che guidano la sua attività focalizzata su una clientela di alto livello.
Andrea Renzoni coordina un team di professionisti, offrendo un approccio personalizzato alla consulenza finanziaria, con comprensione del mercato e della clientela. In questa intervista, ci parla di soft skill essenziali come l’adattabilità al contesto, delle sfide superate e della sua visione futura nel mondo finanziario.
Nell’ambito della sua attività di consulenza, quali valori e punti di forza ritiene più importanti?
La mia esperienza di 35 anni nel settore penso sia il fondamento dell’attività che oggi si focalizza su una clientela di alto livello. Attualmente, in qualità di Senior private banker, coordino un team composto da 11 private bankers e 23 consulenti finanziari. Punti di forza? L’approccio personalizzato, una profonda comprensione del mercato e un’ampia gamma di competenze attraverso la collaborazione sinergica del mio team. Operiamo con rigidi valori etici, tra cui trasparenza e integrità, garantendo un servizio di alta qualità basato sull’impegno per il successo finanziario e la soddisfazione dei bisogni dei nostri clienti.
In base al contesto o alla tipologia di cliente da incontrare, le capita di dover adattare il suo abbigliamento?
Di solito, durante le mie giornate lavorative indosso un abito e una cravatta come segno di rispetto verso le persone che incontro. Tuttavia – in alcuni periodi dell’anno, per le condizioni meteo o lo specifico contesto – l’alternativa può essere un’elegante camicia e un bel pantalone. Penso che questa scelta non dipende tanto dalla tipologia di cliente da incontrare, ma piuttosto dalle circostanze esterne. La mia priorità rimane sempre garantire un aspetto professionale e rispettoso, adattando l’abbigliamento alle esigenze contingenti senza compromettere l’appropriatezza per l’ambiente lavorativo.
Parliamo di eventi: nel suo settore, di che genere la interessano maggiormente?
Come private banker, gli eventi più interessanti potrebbero includere conferenze finanziarie per rimanere aggiornato sulle tendenze di mercato, eventi di networking per stabilire connessioni professionali, forum finanziari globali per comprendere dinamiche economiche internazionali, corsi di formazione avanzata per mantenere competenze all’avanguardia, partecipazione a eventi benefici per sostenere cause importanti, conferenze sulla gestione del patrimonio, eventi esclusivi per rafforzare i legami con alcuni clienti, o meeting con associazioni professionali per interagire con colleghi del settore. Partecipare a eventi mirati contribuisce a sviluppare connessioni significative e migliorare la visibilità nel settore finanziario. La chiave è partecipare a eventi che siano in linea con i miei obiettivi professionali e che offrano un ambiente favorevole alla costruzione di relazioni durature nel mio campo.
Guardando al suo percorso, può accennare a una storia di successo ma anche a un momento difficile superato?
L’abilità nell’anticipare le tendenze del mercato e nell’elaborare soluzioni innovative ha portato a un notevole aumento del patrimonio dei miei clienti, soprattutto in seguito alla crisi finanziaria scatenata dal fallimento della Lehman Brothers. Il mio approccio centrato sul cliente e la competenza hanno cementato la fiducia di una clientela costantemente fedele, e ho acquisito nuovi affari grazie ai passaparola positivi tra clienti di altre banche che in quel periodo si sentivano disorientati. Viceversa, nei primi anni della mia carriera ho dovuto affrontare una sfida significativa durante un periodo di mercato volatile. L’incertezza economica ha generato preoccupazioni tra i miei primi clienti, che hanno iniziato a richiedere strategie più conservative. Ho dovuto adattarmi rapidamente, bilanciando la gestione del rischio con la necessità di mantenere rendimenti competitivi, lasciandomi influenzare dalla loro emotività. Affrontando la sfida di rassicurare i clienti, ho fornito analisi dettagliate e pianificazioni finanziarie solide benché ancora con poca esperienza alle spalle. Nonostante le difficoltà, la mia dedizione nel supportare i clienti durante periodi complessi ha contribuito a mantenere la fiducia e la lealtà.
Come si vede tra qualche anno? Che genere di consigli può dare ai nostri lettori?
Diciamo fra cinque anni mi vedo come un professionista ancora più consolidato ed esperto nel mio campo. Punto ad ampliare la clientela del gruppo che coordino, gestendo con successo portafogli sempre più complessi. Vorrei essere un punto di riferimento nel settore, con una reputazione per la consulenza finanziaria di alta qualità e un approccio orientato al cliente che va oltre le aspettative. Consigli? Nel gestire professionisti, consiglierei di investire nella formazione continua, abbracciare la tecnologia e costruire relazioni autentiche. In ottica soft skills, penso all’importanza di essere flessibile e innovativo, sviluppando contemporaneamente abilità comunicative e resilienza. Credo in sintesi nell’importanza di mantenere un equilibrio tra gestione del rischio e obiettivi di rendimento.
Potrebbe spiegare ai lettori una parola della Finanza in modo semplice, come la spiegherebbe a un bambino?
Scelgo come parola “investimento” e immagino di parlarne con un bimbo della scuola primaria: «Pensa a un investimento come a una piccola piantina che pianti nel tuo giardino. Quando la curi e le dai acqua, cresce e diventa sempre più grande. Nella finanza, un investimento è come mettere i tuoi soldi in qualcosa che può crescere nel tempo, come azioni o proprietà. Se fai scelte sagge e aspetti un po’, il tuo ‘albero del denaro’ potrebbe crescere e darti più soldi di quelli che hai messo inizialmente! Ma, proprio come con le piante, devi prenderne cura e aspettare pazientemente che cresca».