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Alessio Babic: «Conoscere bene il cliente è la parte più importante del mio lavoro»

di Katia Cedioli
Un consulente finanziario triestino rivela che ha scelto questa carriera perché gli piace aiutare le persone e avere un impatto positivo sulle loro vite. In questa intervista spiega come lo fa.

Alessio Babic ha dedicato gli ultimi dieci anni a guidare i suoi clienti verso una maggiore consapevolezza finanziaria, incoraggiandoli a impegnarsi per raggiungere la tranquillità economica. Il suo obiettivo principale è garantire che le persone che si affidano a lui possano dormire serenamente, sapendo di aver preso le decisioni giuste riguardo ai propri soldi. Nel suo sito personale racconta che il suo approccio consiste nel comprendere i sogni e i desideri finanziari di ciascun cliente, collaborando con loro per trovare modalità concrete per realizzarli. In questo modo, affronta e risolve le preoccupazioni finanziarie delle persone. Il successo nel supportare i suoi clienti deriva dalla conoscenza dettagliata delle loro storie personali e delle loro esigenze finanziarie, come spiega in questa intervista.

Nel suo sito web lei sostiene che il consulente finanziario deve avere l’obbligo morale di educare finanziariamente i propri clienti e renderli consapevoli. In Italia c’è effettivamente carenza di informazioni e competenze? Che esperienza ha avuto nel tempo su questo tema?

Partiamo dal presupposto che non tutti possono essere competenti in qualsiasi materia, tra cui la finanza. È qui che i consulenti diventano importanti: se tutti fossero preparati su ogni tema la consulenza stessa non avrebbe senso, quindi dividerei la riposta in due parti. È compito del consulente finanziario spiegare con semplicità le parti tecniche, contrattuali e normative di un determinato strumento finanziario o assicurativo. Non ho dubbi su questo, ma rientra di più nella sfera di un rapporto trasparente, corretto e che non lasci spazio ai fraintendimenti nel lungo periodo. Quello che io ritengo sia fare vera educazione finanziaria riguarda l’accompagnare passo passo i clienti lungo un percorso di consapevolezza, innanzitutto della propria capacità di risparmio e poi via via far emergere, attraverso una approfondita conoscenza reciproca, tutti gli obiettivi, sogni, preoccupazioni e rischi inerenti ai soldi di ogni persona che decide di affidarsi ai miei consigli. La consapevolezza finanziaria non risiede nel seguire l’andamento di un titolo o un fondo, ma nel conoscere quindi tutti gli step necessari per raggiungere un determinato traguardo, che si tratti della casa, del futuro dei nostri figli, di risparmiare sulle tasse o di garantirsi una vecchiaia serena.

Lei scrive nel sito che se non avesse scelto la facoltà di Economia, avrebbe forse frequentato Psicologia. Un consulente finanziario dev’essere anche “psicologo” con i suoi clienti?

Diamo per scontato che un consulente finanziario per fare questa professione deve avere le competenze tecniche economiche, finanziarie e giuridiche. Anche i clienti stessi lo danno per scontato, ma non è questo aspetto a fare la differenza fra un consulente e l’altro. Le competenze relazionali, che non sono per nulla scontate, sono il vero collante fra un professionista e i suoi clienti e sono il segreto per un rapporto duraturo e di fiducia, rendendolo soddisfacente per entrambe le parti. Per fare questo bisogna imparare ad ascoltare, a fare le giuste domande, ma soprattutto bisogna essere realmente interessati alla vita delle persone che ci affidano i loro soldi e i loro progetti. Quando un cliente mi chiama non per parlare di soldi, ma per condividere con me un avvenimento importante nella sua vita, capisco di essere sulla buona strada. La conoscenza reciproca è la parte più importante in una buona pianificazione finanziaria. Un consulente per fare bene il suo lavoro sotto il profilo tecnico deve conoscere “vita, morte e miracoli” dei propri clienti, ma non può pretendere di sapere tutto questo se non si apre a sua volta, instaurando così un rapporto prima umano e poi professionale.

Cosa intende per “serenità finanziaria”? Qual è il segreto per far dormire sonni tranquilli ai clienti?

I rendimenti finanziari passano in secondo piano quando si è consapevoli di investire i propri risparmi per raggiungere un obiettivo preciso e ben definito nel tempo. L’importante è risolvere tutte le situazioni che ci tengono svegli la notte. Quando parlo con i miei clienti di serenità finanziaria innanzitutto mi preoccupo di renderli capaci di far fronte economicamente e tutte le situazioni, previste o impreviste che la vita ci riserva. Poi mi rendo sempre disponibile a chiarimenti, approfondimenti e soprattutto nei momenti in cui i mercati finanziari fanno paura, come lo sono stati gli ultimi due anni, cerco di portare ottimismo e ripercorro insieme ai clienti il perché abbiamo fatto determinate scelte. Questo li tranquillizza, ma alla fine nulla rinsalda un rapporto fra cliente e consulente come aver passato assieme il primo crollo dei mercati. Perché? Innanzitutto sono consapevoli di aver scelto una persona di fiducia che è rimasta sempre al loro fianco con il bello e con il cattivo tempo. In secondo luogo perché hanno potuto vedere con i propri occhi che i consigli che  gli fornivo nei momenti di crisi trovano poi riscontro nella realtà. Si passa dalla fiducia ai riscontri concreti.

Lei si descrive come un grande lettore di libri di vario genere. In che modo questo l’ha aiutata a scrivere il suo libro uscito nel 2023 “Come scegliere il tuo consulente finanziario”?

I libri che preferisco riguardano la psicologia e il mondo delle interazioni umane, dato che mi danno diversi spunti di riflessione da applicare al mio lavoro quotidiano con i clienti. Si creano così situazioni ed esperienze che poi posso raccontare, magari in un libro. Adoro poi i libri fantasy, che non hanno nulla a che fare con la mia professione, ma come tutti i libri sono ottimo cibo per la mente. L’idea del mio libro nasce dall’esigenza di far percepire un consulente finanziario come una persona, diversa da tutti gli altri, con il proprio carattere e il proprio metodo e per potermi distaccare dall’etichetta di categoria. Alla fine scrivendo il mio libro volevo semplicemente dire a chi lo avesse letto: «Io sono Alessio Babic, la penso in questa maniera e lavoro con questo metodo. Credo di poter fare realmente del bene a chi si affida ai miei consigli. Se questo ti piace sai dove trovarmi!». L’obiettivo è stato dare ai lettori uno strumento pratico per orientarsi nella scelta della persona che vorrebbero al loro fianco per costruire la propria pianificazione finanziaria e per valutare chi li segue attualmente.

Lei è molto attivo sui canali social. In che modo li gestisce e quanto è importante per un professionista fare personal branding?

Oggi essere un professionista sul mercato presuppone di essere facilmente reperibili sui tutti canali social e avere un proprio sito poiché la prima cosa che fa una persona se ha bisogno di un determinato prodotto o servizio è fare una ricerca sul web, valutando contenuti a disposizione e recensioni presenti. I tempi sono cambiati e bisogna adeguarsi ai nuovi modi di fare networking e rapportarsi con gli altri. Inoltre è necessario farsi conoscere anche come persona, raccontare e raccontarsi. Fare la “lista della spesa” dei servizi offerti oramai equivale a essere quasi invisibili. Per me è anche necessario fare personal branding in prima persona, senza demandare ad altri questa attività, perché solo chi è sempre a contatto con i propri clienti, li ascolta ed è abituato ad aiutarli nella gestione dei propri risparmi potrà essere capace di tradurre efficacemente tutta questa esperienza in contenuti realmente utili e conseguentemente di attrarre a sé nuovi clienti. Ci vuole certamente tempo e impegno per curare tutto questo, ma alla fine è una questione di abitudine e di pratica e diventa via via più semplice, rapido ed una parte totalmente integrata al proprio lavoro.

Una parola della Finanza in modo semplice, come la spiegherebbe a un bambino?

Cercherò di spiegare la parola “investire”. Investire significa destinare una parte dei nostri risparmi oppure accantonare una parte delle nostre entrate di denaro per un determinato progetto futuro. Anche usare oggi dei soldi per ottenere qualcosa domani significa investire. Ad esempio pagare l’Università ai figli significa investire sulla loro istruzione per il loro futuro professionale. Decidiamo di accantonare dei soldi e non spenderli oggi, con l’idea di utilizzarli un giorno per un determinato progetto (comprare la casa, cambiare la macchina, avere da parte dei risparmi per gli imprevisti, la pensione). Spesso ci si confonde con le parole “rischio” o “azzardo”. Questa è una percezione totalmente distorta data da un modo di investire che non rispecchia per nulla una pianificazione finanziaria fatta sulla vita dei clienti, ma orientata solo alla ricerca rapida di rendimenti positivi. Investire i propri risparmi significa invece pianificare con attenzione le proprie spese future previste ed impreviste, privandoci oggi di soldi che ci serviranno un giorno, cercando di determinare con precisione fra quanto tempo li useremo.

Katia Cedioli

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